Il progetto di realizzare a Firenze un Centro avanzato per la ricerca sulle malattie rare dell’osso torna prepotentemente di attualità, grazie al congresso mondiale sull’osteoporosi (5 – 8 maggio), uno dei maggiori mai ospitati dalla Fortezza da Basso con oltre 10 mila specialisti e il considerevole impatto economico sulla città di 13 milioni di euro. Si tratta di IOF WCO–ESCEO 10, congresso congiunto delle due più importanti istituzioni internazionali per le patologie dello scheletro: la International Osteoporosis Foundation, come noto presieduta dalla regina Ranja di Giordania, e la European Society for Clinical and Economic Aspects of Osteoporosis and Osteoarthritis.
Evento presentato oggi in Palazzo Vecchio dall’assessore alle politiche socio-sanitarie Stefania Saccardi e dal comitato organizzatore italiano. Il presidente del comitato Maria Luisa Brandi, docente di Endocrinologia all’Università di Firenze, ha insistito in particolare sullo stretto legame tra progetto e congresso, fiancheggiata dai professori Claudio Cricelli e Marco Italo Gusso (presiedono rispettivamente le associazioni scientifiche SIMG-Medicina Generale-Medici di famiglia e OrtoMed-Ortopedia e Medicina). Se IOF ed ESCEO hanno scelto di riunirsi a Firenze, spiega Brandi, è per sottolineare l’eccellenza degli studi in corso da anni in questa città, che già oggi è la capitale italiana della ricerca sulle malattie delle ossa: ha uomini e know how, qui hanno sede alcune delle principali società scientifiche (SIMG, OrtoMed, Geriatria, ecc.) e fondazioni (FIRMO) che operano a sostegno della ricerca. “Firenze”, aggiunge la professoressa, “offre dunque il contesto ottimale per un grande Centro specialistico pubblico, che si proponga da modello per la ricerca sui nuovi farmaci in un’area che le multinazionali trascurano per mancanza di incentivi economici.
Di fatto, per le malattie rare dell’osso non esistono cure e investire in questo settore acquista perciò un doppio supervalore umanitario e scientifico. Per questo motivo chiediamo alle istituzioni la massima attenzione e disponibilità”. Le patologie dello scheletro sono del resto allarmanti anche per il loro impatto crescente sul sistema sanitario: 5 milioni i malati di sola osteoporosi in Italia, 300 mila in Toscana, 80 mila a Firenze (provincia), rappresentano un pesante fardello sociale e finanziario, destinato ad aggravarsi con l’invecchiamento della popolazione.
Aspetti di cui si occupa appunto l’associazione ESCEO e che saranno al centro del congresso. In questo quadro, la prevenzione acquista un valore decisivo. In proposito la SIMG di Cricelli renderà noti i risultati di una ricerca tutta made in Florence, la Carta del Rischio, che rappresenta uno degli strumenti più attesi dagli operatori. “E’ un progetto”, spiega, “che stiamo elaborando su indicazioni UE. Un algoritmo che servirà a identificare le persone che per età, disposizioni genetiche e stile di vita rischiano di sviluppare osteoporosi.
Ciò consentirà di intervenire per tempo e di risparmiare sofferenze e danaro”. Gusso presenterà invece una serie di studi sul metabolismo osseo condotti nei laboratori di Careggi: farmaci pensati per prevenire l’osteoporosi che sembrano avere anche il potere di favorire la guarigione delle fratture. Una nuova frontiera della ricerca che vede Firenze in prima linea.