Come in tutti i Paesi avanzati, anche in Italia l’invecchiamento della popolazione coincide con un aumento esponenziale delle malattie degenerative, patologie delle ossa comprese. La Giornata Internazionale dell’Osteoporosi, che il prossimo 20 ottobre si celebra anche nel nostro Paese su indicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, acquista dunque, di anno in anno, crescente significato. Occorre infatti considerare che gli italiani ammalati, coscienti o meno di esserlo, sono già 8 milioni (per due terzi donne) e che aumenteranno fino a 24 entro il 2050.
Il peso che queste patologie, osteoporosi in particolare, rappresentano per il sistema sanitario, minaccia perciò di essere, alla lunga, insostenibile, al di là dell’universo di sofferenze umane ed economiche che gravano sui pazienti e sulle loro famiglie. In vista della Giornata Internazionale dell’Osteoporosi, la società scientifica Siommms lancia dunque un nuovo allarme all’indirizzo del mondo della politica e delle istituzioni. Della Siommms (Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro) fanno parte, come noto, i vari specialisti di patologie delle ossa (endocrinologi, reumatologi, geriatri, eccetera), che dal 18 al 21 novembre si riuniranno a Torino per il 9° congresso nazionale, secondo un programma di lavoro che indica nell’intensificazione della ricerca e nella prevenzione le sole possibili soluzioni. “Ogni anno”, spiega il presidente, il reumatologo genovese Gerolamo Bianchi, “in Italia abbiamo oltre 80 mila fratture del femore, che solo di ospedale costano circa 800 milioni di euro.
Costi che su scala Ue salgono a 4 miliardi. Le statistiche italiane parlano inoltre di 100 mila fratture vertebrali, che in realtà sono appena il 40% dei casi, perché molti sottovalutano mal di schiena anche molto dolorosi, non sospettando che si tratti di fratture”. Stando così le cose, aggiunge il professor Bianchi, è difficile immaginare di poter curare farmacologicamente il grande numero di malati che si prospetta: “La ricerca farmaceutica e clinica ha fatto passi da gigante, terapie e tecniche sono in grado di ottenere risultati impensabili solo pochi anni fa.
Ricostruire il tessuto osseo perduto oggi si può. Ma questi farmaci sono costosi ed è impossibile usarli su larga scala. Da qui il valore strategico della prevenzione”. Negli ultimi mesi la Siommms ha varato una serie di importanti iniziative. Osteo Clinical Record, ad esempio, è una cartella clinica informatica standard per le patologie delle ossa, destinata a dar vita al primo Registro nazionale del settore. E’ stato poi lanciato SEISBO, uno studio epidemiologico sulla osteonecrosi della mandibola associata all’uso dei bisfosfonati nella cura dell’osteoporosi.
E in proposito, inoltre, Siommms ha formalizzato con Andi (l’associazione nazionale dei dentisti) un accordo sulle modalità di prevenzione di questa patologia. “Tutto queste iniziative”, spiega il presidente Bianchi, “concorrono a creare una rete di conoscenze e di attività che ci aiutano a potenziare le capacità di intervento del sistema sanitario. Le istituzioni e il mondo della politica devono però impegnarsi maggiormente sia nel finanziare la ricerca, sia attraverso campagne di informazione rivolte alla popolazione.
La prevenzione si fa infatti educando le persone ad assumere stili di vita adeguati: sana alimentazione, vita all’aria aperta, attività fisica, rifiuto di fumo e alcool, sono tutte abitudini che concorrono a tener lontana l’osteoporosi. Sarebbe opportuno che gli italiani ne fossero costantemente informati. Magari fin dai banchi della scuola”.