Brindisi alle Olimpiadi con 3700 etichette italiane. Dal 6 al 28 febbraio, a Vancouver, calici in alto con le eccellenze delle aziende presentate da Enoteca Italiana che, su incarico del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, sarà protagonista a “Casa Italia”. “Grazie allo sport ancora una volta abbiamo l’occasione di promuovere le nostre eccellenze in giro per il mondo – afferma il Ministro Luca Zaia - Sono sempre stato convinto che enogastronomia e sport siano un binomio vincente ed è per questo che non potevamo mancare l’appuntamento di Vancouver.
I Giochi Olimpici sono solo una tappa del percorso che abbiamo intrapreso da tempo in occasione dei grandi eventi sportivi”. L’Enoteca Italiana, si è occupata di selezionare i vini per i due ristoranti presenti nello stand, oltre che per quello sui campi di gara di Whistler. Con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze enogastronomiche italiane, difatti sarà predisposta una Carta di Vini Italiana che proporrà sapienti abbinamenti con i vari menù regionali, alle migliaia di persone che frequenteranno Casa Italia. Presso il Wine Bar, punto d’incontro, di ritrovo e di socializzazione, i vini saranno sempre protagonisti con due momenti aperitivo: alle 12.30 con prosecco e spumanti e alle 18.30 con il classico happy hour, abbinato ai prodotti a marchio Dop e Igp, proposti dalla A.I.C.I.G.
(Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche). Durante la giornata non mancheranno, inoltre, momenti di degustazione a tema, mini corsi e giochi, sempre all’insegna della giovialità e della conoscenza sull’uso corretto e moderato di uno dei prodotti più conosciuti e apprezzati, che come molte ricerche scientifiche dimostrano, è un prodotto che fa bene anche a chi pratica sport, sia a livello amatoriale che professionistico. Sono più di 120 le aziende italiane, che aderiscono al progetto, tra cui non solo i grandi nomi del vino, ma anche etichette meno conosciute, espressione di tutto il territorio nazionale.
Per tutti i produttori, quindi c’è l’opportunità di una grande visibilità internazionale; in linea con i compiti istituzionali dell’Enoteca Italiana che vuole offrire nuove opportunità a tutte le aziende, anche quelle non presenti in quel mercato. “Per noi partecipare a un progetto così importante, voluto dal Mipaaf – afferma Fabio Carlesi, direttore dell’Enoteca Italiana - è una grande soddisfazione, ribadisce il ruolo e l’importanza che l’Ente Vini ha nel mondo per la promozione del vino italiano.
La collaborazione con il Ministero è sempre stata intensa e proficua. Anche questa volta, sarà un’occasione per continuare il lavoro di valorizzazione e promozione, che dal 1933, ci vede impegnati, nel portare in giro per il mondo i migliori prodotti italiani. Come dire, noi, andiamo per vincere le olimpiadi del vino, per far apprezzare ancora una volta la qualità che le nostre aziende sono in grado di esprimere”. A differenza di altre occasioni, Casa Italia, sarà ubicata nel centro nevralgico della città canadese.
Si tratta di un’ulteriore opportunità per far degustare e conoscere i nostri prodotti in un territorio che apprezza molto il vino Made in Italy, anche in vista dell’attesa ripresa economica. Il Canada è un mercato complesso, regolato da Monopoli di Stato. Ogni regione ha un monopolio separato: l’approvvigionamento di prodotti alcolici, nazionali e/o internazionali, e la loro distribuzione su ogni regione sono regolati dallo Stato sia per quel che riguarda i vini distribuiti nei negozi (anche questi di stato) sia per i vini distribuiti nella ristorazione.
Il Canada rappresenta da anni per i vini italiani il quinto mercato estero in valore con 85 milioni di euro. Nell’ultimo anno, in valore, c’è stata una flessione consistente dovuta principalmente alla crisi internazionale che sfavorisce in modo particolare alcuni mercati. Per quanto riguarda il volume di vino esportato, le quantità consumate sono in leggera e costante crescita. Significa che non è venuto a mancare l’apprezzamento verso i prodotti italiani ma che è diminuita la capacità di acquisto dei canadesi che non hanno rinunciato a bere italiano orientandosi però su fasce di prezzo più basse.