In Italia si stima che il giro di affari annuo dell'usura si attesti ormai sui 30 miliardi di euro e che il 36% di esso sia controllato dal crimine organizzato. Anche in Toscana c'è più di un segnale che il fenomeno sia in crescita, anche come effetto della crisi economica che sta colpendo duramente famiglie e imprese. La nuova legge regionale sull'usura, approvata dal Consiglio nei giorni scorsi, apre però nuove prospettive nel contrasto a questo fenomeno e sulla sua base la Toscana potrà proporsi fin dal 2010 come un laboratorio di avanguardia nella sperimentazione di strumenti.
È quanto annuncia il vicepresidente Federico Gelli sottolineando i nuovi strumenti che potranno essere utilizzati. "In questa legislatura abbiamo agito con grande forza sul terreno della prevenzione dell'usura, con la consapevolezza di tutti gli intrecci che legano questo fenomeno alla crisi economica e alle possibilità di infiltrazione di tutte le mafie - spiega Gelli – Sono convinto che il futuro governo regionale avrà in mano tutti gli strumenti per proseguire su questa strada, affrontando anche la questione, non meno delicata dell'uso responsabile del denaro". Riguardo a quest'ultimo punto, il governo regionale studierà campagne di sensibilizzazione e comunicazione, rivolte soprattutto ai giovani, per educare all'uso del denaro, di fronte a potenziali rischi rappresentati dal gioco ma anche dalle vendite ratealizzate e dall'uso delle carte di credito.
Di grande rilievo è anche la creazione di una rete integrata di sportelli a supporto dei cittadini e delle imprese a rischio, prevista dalla nuova legge. "Grazie a quanto è stato fatto in questi anni, in particolare con il volontariato, esiste già una rete importante costituita dai 24 sportelli della Fondazione toscana per la prevenzione dell'usura – spiega ancora Gelli –. Ma ora la nostra presenza sul territorio potrà essere ampliata e diventare ancora più capillare, con servizi di primo ascolto affidati anche agli Uffici relazioni per il pubblico e ad altri uffici delle pubbliche amministrazioni, nonché a realtà del volontariato con cui stipuleremo apposite convenzioni.
Tutto questo con la consapevolezza che è più facile far emergere questo fenomeno sommerso quanto più vicini sono gli interlocutori". La legge, tra le altre cose, prevede anche attività di studio e di monitoraggio del fenomeno, con la creazione di una vera e propria banca dati. di Paolo Ciampi