Dopo la vicenda delle due maestre arrestate mercoledì scorso dalla polizia per maltrattamenti ai bambini dell'asilo nido Cip e Ciop, in molti si domandano se i controlli sugli asili nido del Comune siano sistematici. Ma una situazione assurda come quella di Pistoia puo' accadere ovunque. Nei nostri asili nido il bambino è in mani esperte e sicure? Mettiamo una telecamera in ogni asilo nido? Quale strumento può consentire ai Comuni di fare controlli stringenti sopratutto sugli asili nido autorizzati? L'asilo nido è la struttura educativa destinata ai bambini di età compresa tra i 3 mesi ed i 3 anni e che precede l'ingresso alla scuola.
“I terrificanti eventi di Pistoia ci sollecitano ad una riflessione istituzionale sulle responsabilità educative, e di custodia, delle amministrazioni comunali, anche quando si tratta di gestioni private, con operatori forniti di formazioni accreditabili -interviene la consigliera del Pd Susanna Agostini, presidente della commissione Pace- Firenze ha una storia importante su questo tema. Fin dagli anni Settanta, un movimento di genitori, in sintonia con l'Amministrazione Comunale, ha fatto sì che il protagonismo ed il controllo diretto delle famiglie, all'interno delle strutture pubbliche, diventasse uno dei cardini del sistema educativo fiorentino. Il cambiamento significativo fu quello di intendere l’asilo nido come servizio alla persona.
Un modello educativo che mette al centro la crescita complessiva del bambino, contribuendo alla sua formazione e al controllo della salute dei piccoli. Questo modello ha sostituito, anche nella cultura delle famiglie, il nido inteso come opera assistenziale, o più brutalmente, parcheggio dei propri figli. Questi, sono diventati oggi gli asili nido a diretta gestione del Comune di Firenze. E questi devono essere anche gli asili nido che dall’Amministrazione Comunale sono accreditati ad un compito tanto delicato. Quando sento parlare, come conseguenza del ‘caso pistoiese’, di videocamere da installare in ogni struttura per controllare i lavoratori, mi vengono i brividi.
Temo davvero che chi parla così non abbia esperienza diretta sulla questione. Un genitore si è accorto delle violenze, subito gli altri hanno collegato eventi che riportano alle stesse gravi azioni. Quello che serve veramente è una presenza di educatori e ausiliari, congrua al numero di bambini presenti nella struttura. E l’attivo apporto delle famiglie all’interno degli asili. Partecipazione e amore, condividendo anche gli ambienti-gioco della struttura, che deve rappresentare per i piccoli l’altra loro casa, e non un luogo alieno alla vita familiare.
Non certo le telecamere che fanno tanto ‘trend Brunetta’, ma che ancora una volta servono a mancare di rispetto ai lavoratori, piuttosto che riconoscere loro stipendi adeguati alle mansioni, sicuramente più complesse di quelle di tanti altri mestieri”.