Il presidente della Regione, Claudio Martini, il suo predecessore Vannino Chiti e circa 80 tra politici e tecnici che hanno svolto un ruolo nella predisposizione e nell'approvazione degli atti che riguardano la realizzazione del tratto appenninico della linea ferroviaria ad alta velocità, hanno ricevuto o stanno per ricevere dalla sezione toscana della Corte dei Conti inviti a dedurre in relazione ad un danno erariale di oltre 741 milioni di euro, causato dalla perdita di risorse idriche durante la realizzazione della galleria. Sono stati gli stessi Claudio Martini e Vannino Chiti a darne notizia nel corso di un incontro stampa presso la presidenza della Giunta regionale.
Gli inviti a dedurre sono destinati ai componenti delle giunte regionali delle legislature 1990-1995 e 1995-2000, ad un dirigente regionale, ai consiglieri della Commissione ambiente del Consiglio Regionale e ai membri delle due Commissioni nazionali per la valutazione di impatto ambientale. Claudio Martini ha ricevuto l'invito in qualità di allora assessore al diritto alla salute. Ripercorrendo le tappe che hanno portato al sì regionale al tracciato dell'alta velocità, il presidente e il suo predecessore hanno evidenziato come il progetto sia nazionale e non regionale e hanno espresso la loro meraviglia per essere stati chiamati in causa. "Stupisce – ha osservato infatti Martini – che la Regione, alla quale sono stati riconosciuti 50 milioni di euro come parte lesa, possa oggi essere considerata corresponsabile.
Come si fa ad essere al tempo stesso danneggiati e danneggiatori? In ogni caso non si tratta di un procedimento penale, ma solo dell'ipotesi di un danno erariale. Siamo sereni e risponderemo nel merito a tutte le richieste". Tutti coloro che sono stati chiamati in causa hanno infatti sessanta giorni di tempo per controdedurre e presentare il loro punto di vista. Per quanto riguarda la Regione, se ne occuperà di farlo un collegio legale. "Provo stupore e grande amarezza – ha detto l'attuale vicepresidente del Senato, Vannino Chiti – ma al tempo stesso sono assolutamente tranquillo.
Nella questione Tav il comportamento della Regione è stato improntato a serietà, rigore e trasparenza, con grande attenzione agli aspetti ambientali e a quelli della sicurezza sul lavoro. Rispetto al primo abbiamo chiesto l'istituzione dell'Osservatorio ambientale, un organismo unico in Italia. Sul secondo, per il nostro impegno abbiamo ottenuto il riconoscimento dell'Unione Europea. In ogni caso oggi sentiamo un obbligo di trasparenza perché abbiamo una concezione della politica come responsabilità.
Siamo tranquilli e ci impegneremo a dimostrare con gli atti le nostre ragioni". di Tiziano Carradori