L’Assessore ai Rapporti col Consiglio Giovanni Di Fede ha risposto a due domande d’attualità di Piero Giunti (PD) e Andrea Calò e Lorenzo Verdi (PRC/PDCI/SC) sulle preoccupazioni dei pendolari in merito allo studio di fattibilità delle ferrovie sulla tratta Valdarno – Firenze. “La Regione Toscana ci ha rassicurato che l’entrata in esercizio della tratta dell’Alta Velocità per Bologna non produrrà nessuna variazione ai servizi regionali.
E’un’affermazione importante e su questo dobbiamo vigilare. La Direzione trasporti della Regione Toscana ci riferisce, inoltre, che è effettivamente previsto nella bozza di atto integrativo dell’accordo quadro tra la Regione Toscana e il Governo, e che è ancora da sottoscrivere, uno studio volto a aumentare la capacità della linea veloce Figline – Firenze, al fine di soddisfare contemporaneamente l’aumento di servizi dell’Alta Velocità e in direttissima dei treni regionali. Appena questo studio ci sarà – ha sottolineato l’assessore Di Fede – informeremo il Consiglio.
Esiste, inoltre, una proposta per la velocizzazione della linea, che può essere effettuata attraverso un intervento di tipo tecnologico, che tende a ridurre il distanziamento dei treni. Vanno verificate poi tutte le norme di sicurezza e la considerazione di una lieve riduzione della velocità degli Eurostar, quindi non delle linee in uso ai pendolari”. Soddisfatto Giunti: “Apprendo con piacere che con l’entrata in esercizio della tratta Bologna non ci saranno variazioni o peggioramenti nel servizio utilizzato dai pendolari che ogni giorno utilizzano il treno per spostarsi dal Valdarno verso Firenze.
Comunque sarà mia cura, in qualità di Presidente della commissione trasporti della Provincia di Firenze, invitare prima possibile il comitato dei pendolari del Valdarno, e successivamente Trenitalia e Regione Toscana al fine di conoscere nel dettaglio le criticità che le tratte ferroviarie del Valdarno e Valdisieve presentano e quali possibili soluzioni le istituzioni preposte (ognuno per le proprie competenze) stanno mettendo in campo al fine di rendere il trasporto pubblico su ferro migliore e più efficiente”.
Sulle richieste del comitato dei pendolari anche Calò: “E’ un comitato che interviene da anni ed è composto da lavoratori, disoccupati, pensionati. C’è, quindi, un pendolarismo che in questo momento non trova, né sul versante tariffario, né sul versante della qualità dei servizi, una risposta. Non è un caso che il comitato dei pendolari sollecita proprio in relazione allo studio di fattibilità il fatto che si debba qualificare la linea lenta. La linea lenta è quella che prendono i pendolari.
E debbo dire, sinceramente, che non è che mi piace molto il fatto che la Provincia stia a guardare. Non sono soddisfatto della risposta data dall'assessore perchè guarda di più agli equilibri politici del centrosinistra che non brilla sulla riorganizzazione del trasporto ferroviario, nè tantomeno nei rapporti con Trenitalia, un'azienda che guarda solo al profitto e non alle esigenze del pendolarismo diffuso. Penso che la discussione non debba andare a finire a tarallucci e vino e se la Provincia è seriamente interessata deve intervenire sul versante della riorganizzazione, della qualificazione del servizio non d'elite e sulla sicurezza.
All'assessore regionale Conti ed a Trenitalia deve essere mandato un messaggio preciso”.