In questi giorni in cui a Firenze si sta finalmente riscontrando la pericolosità del progetto del sottoattraversamento e stazione Foster in zona ex Macelli e si sta forse allontanando l’alternativa di spostare il progetto stazione AV in area Castello, il comitato Cittadini per gli Alberi, in una lettera indirizzata al Sindaco Matteo Renzi, chiede come mai, prima di discutere sulla possibilità di dislocare progetti e piani urbanistici in questa o l’altra area, non si tenga conto, innanzitutto, delle leggi vigenti.
‘Chiunque abbia avuto modo di leggere il testo della legge regionale del 3.11.1998 n.79’ si legge nella lettera ‘ non può non pensare che la sua applicazione da sola sarebbe stata sufficiente a tutelarci, ad esempio, da un progetto quale quello di Foster che non tiene conto neppure della realtà del sottosuolo dell’area ex Macelli, già nell’800 oggetto dell’opera di ‘bonifica, regimazione di superficie e canalizzazione sotterranea di acque provenienti dai torrenti del versante Nord realizzate e condotte da Giuseppe Poggi’ e continua ‘Ma se le leggi ci sono, e sono buone leggi, esse rimangono tuttavia quasi sempre sulla carta e la scelta di questo o quel progetto su questa o quell’area, sembrano davvero basarsi esclusivamente sui pareri personali di questo o quell’ assessore, architetto o imprenditore, prendendo spunto da considerazioni e posizioni tanto diverse quanto soggettive’.
Prendiamo il caso di CASTELLO: l’area è super protetta dalle leggi europee ed italiane, e la mappa di Rete Natura 2000 parla chiaro, l’area oggetto di vincolo comprende tutta la zona su cui si vorrebbe costruire (o lo si è già fatto, vedi scuola Sottoufficiali). Si tratta di una zona cosiddetta SIC (zona di interesse strategico comunitario) e ZPS (zona di protezione speciale), al pari, per importanza, a Vallombrosa o l’ Orrido di Botri (Direttiva 21 maggio 1992 n. 92/43/CEE relativa alla conservazione degli Habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (G.
U. C. E. n. L 206 del 22 luglio 1992). Recepita in Italia con D. P. R. 8 settembre 1997 n. 357 “Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche (Suppl. ord. Alla G. U. n. 248 del 23 ottobre 1997), D.P.R. 12 marzo 2003 n. 124 “Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997 n. 357, concernente attuazione della direttiva 92/4:/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche” (Gazz.
Uff. n. 124 del 30 maggio 2003) per citarne solo alcune. L’area di Castello ed aree limitrofe (Stagni della Piana Fiorentina) è dunque un’importantissima ‘area umida’, composta di una rete di stagni e ambienti naturali che rappresentano una fondamentale area di sosta e di riproduzione per molte specie di uccelli lungo le rotte migratorie europee, ma a partire dal primo stagno presente nella mappa, proprio a ridosso della pista di Peretola (e qui viene spontanea una domanda: ma un aeroporto vicino ad una trafficata zona di rotte migratorie per l’avifauna non è pericoloso?).
Le zone umide, sempre più rare a causa della capillare antropizzazione e oggetto di forti interessi speculativi, sono spesso gli ultimi baluardi per specie sia faunistiche che floristiche in via di estinzione, ma rappresentano anche un’importante forma di salvaguardia nei confronti delle alluvioni fungendo da importanti casse d’espansione, nonché un potente termo-regolatore per i territori circostanti. Ma nonostante l’evidenza, notiamo che perfino gli architetti e gli urbanisti chiamati recentemente ad esprimere e proporre la propria idea per Firenze non fanno mai alcun accenno alla legislazione che tutela l’area, come se Castello, dal punto di vista giuridico, fosse realmente sullo stesso piano di Campo di Marte o Rifredi.
Possibile che si tratti solo di una distrazione generale? Il comitato Cittadini per gli Alberi chiede che in generale e non solo nel caso di Castello e dell’area Ex Macelli, l’urbanistica riparta invece proprio dalla legalità, dalle buone progettazioni condotte con sani strumenti urbanistici che tengano conto innanzitutto delle leggi vigenti e del rispetto dei vincoli urbanistici, vincoli che, si sottolinea nella lettera, esistono per garantire proprio l’interesse collettivo e che se costantemente vanificati da considerazioni più o meno sensate ma personali, finiranno alla lunga per erodere il valore più grande che il rispetto delle leggi dovrebbe garantire alla cittadinanza, la fiducia nella giustizia e nella democrazia che nasce dalla verifica costante di vivere in uno Stato di diritto. di Patrizia Agresti