Firenze- L’associazione ecologista fiorentina Idra è stata invitata alla prossima seduta dell’Osservatorio Ambientale, che si terrà a Firenze lunedì 20 luglio, presso Italferr SpA, in via Alamanni 2, ingresso dal binario 1/a della stazione di Santa Maria Novella. L’audizione avrà luogo tra le ore 16.00 e le ore 16.30. Il 24 marzo, venuta a conoscenza del massiccio programma di transiti di camion di cantiere sulle strade di Firenze preannunciato per i lavori TAV da RFI, e approfondita la conoscenza dei gravi danni provocati dalla TAV a Bologna, Idra aveva chiesto all’Osservatorio una nuova audizione, dopo quella ottenuta a dicembre.
“Le novità emerse dall'incontro pubblico promosso dal Quartiere 1 lo scorso 16 marzo, scriveva Idra al presidente Pietro Rubellini, unite alla circostanza delle difficoltà impreviste che si stanno producendo a Bologna, in relazione alle quali stiamo acquisendo abbondante ulteriore documentazione, ci spingono a chiedere all'Osservatorio da Lei presieduto una nuova audizione, che ci permetta fra l'altro di conoscere l'esito delle numerose segnalazioni, osservazioni, proposte e richieste formulate nel documento illustrato e consegnato il 23 dicembre scorso, e di sottoporVene di aggiornate”.
In allegato, vennero trasmessi al presidente dell’Osservatorio ritagli stampa, foto delle crepe negli edifici vicini agli scavi e un indirizzo web bolognese su cui meglio documentarsi. Lunedì Idra chiederà riscontri alle 57 questioni poste all’Osservatorio a dicembre, rimaste in massima parte senza risposta, e ne porrà di nuove. Fra queste, due riflessioni strategiche. La prima. Se e quali siano la dotazione e le competenze tecnico-scientifiche di cui dispongono l’Osservatorio e l’ARPAT per far fronte ai complessi interrogativi che il progetto di sottoattraversamento di Firenze presenta, in particolare per quanto riguarda la salvaguardia nel breve, medio e lungo periodo del patrimonio edilizio e architettonico di superficie.
Ha l’Osservatorio strumenti sufficienti a esprimere una valutazione autonoma, sotto tutti gli aspetti, della sostenibilità del progetto e della sua esecuzione? Idra ricorda bene le ammissioni dell’assessore regionale all’Ambiente Tommaso Franci: nel 2000 dichiarava che “in Mugello siamo a raccattare i cocci” e spiegava come quell’Osservatorio non fosse attrezzato a giudicare in proprio tutta una serie di questioni, ma dipendesse dalle valutazioni di Italferr. La seconda. Come è organizzato l’apparato della prevenzione e della sicurezza nel nodo fiorentino in caso di alluvione, incidente o attentato? Quali sono ad esempio la viabilità e i tempi di percorrenza e programmati e verificati per la copertura totale della linea del soccorso? Quali le dotazioni in termini di personale qualificato e strutture (Misericordie, Vigili del Fuoco, Polizia municipale, Polizia di Stato, ecc.)? A ciascun membro dell’Osservatorio sarà consegnata da Idra copia del dvd sui guai TAV a Bologna girato ad aprile dall’associazione. Lunedì pomeriggio il video sarà in copia anche su ciascun banco della Sala dei Dugento a Palazzo Vecchio: una copia nominativa è stata infatti depositata ieri dall’associazione presso la segreteria del Consiglio comunale per ciascun consigliere, e presso la segreteria del Sindaco per ciascun assessore.
Con una nota di accompagnamento in cui Idra formula alcune importanti raccomandazioni ai nuovi decisori. Prima fra tutte, “madre di tutte le garanzie”, quella di “cancellare l’architettura contrattuale, il modello finanziario e il conseguente depotenziamento dei controlli che – attraverso la figura del cosiddetto general contractor - hanno permesso di dilapidare ingenti risorse pubbliche”. Secondo Idra, infatti, “non avrebbe alcun senso trasferire semplicemente da un progetto all’altro lo scandalo dell’”assalto alla diligenza” del pubblico erario”.
“Siamo del parere – scrive Idra - che, se davvero si vuole superare la crisi in atto, si debba cominciare ad avere il coraggio di mettere in discussione una volta per tutte l’accesso privilegiato al denaro pubblico da parte di lobbies che non appaiono tenere nel loro orizzonte il bene comune. Gli atti del procedimento penale a carico degli esecutori della cantierizzazione per l’Alta Velocità nel Mugello e a Monte Morello mettono in evidenza come - all’ombra di condizioni contrattuali autolesioniste per lo Stato – i principali soggetti realizzatori di “grandi opere” come la TAV siano di fatto incentivati non solo a raschiare il fondo delle casse pubbliche (mancano da anni i fondi persino per rammendare i gravi danni ambientali prodotti sopra e sotto l’Appennino) ma anche a sviluppare una grande capacità di saccheggio e di compromissione irreversibile di risorse naturali sempre più scarse”.