Firenze- «Regione Toscana e Comune di Firenze ritengono indispensabile la realizzazione del sottoattraversamento di Firenze e della nuova stazione dell’Alta velocità a Firenze Belfiore per non penalizzare il servizio ferroviario regionale: perché è la soluzione di minore impatto ambientale sulla città, perché rappresenta un passaggio fondamentale per lo sviluppo della Firenze del futuro e soprattutto perché oggi un investimento sul territorio di mille milioni è senza dubbio prezioso».
Questo quanto precisava qualche mese fa l’Assessore ai Trasporti della Regione Toscana, Riccardo Conti. I lavori prevedono infatti un tunnel a doppia canna lungo tra i sette e i nove chilometri che attraverserà la città da Campo di Marte a Rifredi, passando a pochi metri dalla Fortezza da Basso, opera del Sangallo. Ma l'impatto sulla città di una tale scelta non può che essere discusso e condiviso con chi quella città la rappresenta e l'amministra. E dopo l'elezione di Matteo Renzi e la nomina della sua Giunta, il progetto dell’AV in sotterranea urbana è ancora una scelta strategica, specie in questa fase di crisi economica? Oppure il giovane Sindaco si farà tentare dall'alternativa del passante di superficie, che i cittadini chiedono e che le Ferrovie sono pronte a realizzare? Tra l'altro l'appalto vinto nel 2007 da un consorzio capeggiato dalla emiliana Coopsette (all'interno troviamo anche il Consorzio Etruria aderente alla Lega delle Cooperative della Toscana), con un ribasso del 25,13%, è di 685 milioni di euro.
Perché oggi allora si parla di un miliardo? Qualcuno sa già che in corso d'opera i costi lieviteranno? Sarebbe curioso, visto che i lavori devono ancora cominciare. Gli unici che sembrano poter beneficiare con certezza di questi lavori ferroviari sono le ditte che li eseguiranno: soldi senza alcun rischio garantiti da FS e amministrazioni. Difficile credere che Matteo Renzi, che ha già dimostrato di non amare i lunghi cantieri, voglia trovarsi tra quattro anni a pagare il prezzo di una montagna di cemento e dei concittadini arabbiati per disagi, inquinamento, rumori e cantieri.
di Nicola Novelli
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