L’ARPAT ha svolto l’analisi tecnica della documentazione relativa al Progetto Ambientale della cantierizzazione delle cosiddette “Opere Propedeutiche” del lotto 2 (il Passante e la Stazione AV) del Nodo di Firenze, e le relative considerazioni sugli elaborati esecutivi finali presentati dalla società che esegue i lavori, Nodavia. Si tratta di un documento di 13 pagine, datato 29 aprile 2009. La nota riporta un lungo elenco di magagne e carenze che l’Agenzia regionale descrive minuziosamente.
Destinate però a restare nei cassetti. L’atteggiamento di coloro che si accingono a costruire l’opera più imponente e delicata a Firenze dai tempi del Poggi richiama in qualche modo alla mente –per quanto traspare dalla descrizione dell’ARPAT- la superficialità con cui si è atteso alla cantierizzazione TAV del Mugello, rivelatasi poi devastante. Ma per iniziativa dell’associazione indipendente fiorentina Idra il documento è stato appena ripubblicato on line: "Qui, per giunta, siamo in un ambiente urbano, e quanto delicato! Incompetenza? Disattenzione? O servirebbero altre chiavi di lettura? Certo è che un centro storico classificato come patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO non può continuare ad assistere con spirito rassegnato ad operazioni che già in partenza appaiono esporlo a rischi consistenti.
Com’è possibile -si chiede Idra- che le autorità di controllo non ravvisino nel tipo di approccio messo a nudo dall’istruttoria ARPAT un rischio fondamentale per la città di Firenze e, invece di respingere decisamente al mittente un progetto contrassegnato da tante apparenti leggerezze, esprimano un parere favorevole ed il proprio nulla osta alla consegna dei lavori delle Opere Propedeutiche del Lotto 2, limitandosi a formulare semplici raccomandazioni e prescrizioni, alcune addirittura da verificare nell’operatività del cantiere? Com’è possibile che venga autorizzato l’abbattimento in un colpo solo di 163 alberi -continua Idra- per consentire l’allestimento di un cantiere gravato da tali e tante insufficienze sul piano progettuale?". Secondo Idra: "E' del tutto evidente che già i primi sintomi descritti dall’ARPAT segnalano il proporsi concreto di un rischio-Bologna in una delle città più preziose al mondo per ricchezza di beni artistici e architettonici.
Senza contare il diritto all’ambiente e alla salute. Troppo pochi a Firenze sanno che nel capoluogo emiliano, cinque anni dopo l’apertura dei lavori per una stazione sotterranea TAV in pieno centro che registra già tre anni di ritardo, ci si arrabatta proprio in queste settimane per tentare di ottenere almeno oggi un’indagine epidemiologica che verifichi e certifichi le conseguenze sulla salute della popolazione delle emissioni di polveri PM10 da un cantiere che già a occhio nudo mostra tutti i suoi impatti nefasti". Per questo Idra ha trasmesso l’istruttoria dell’ARPAT anche alla soprintendente Paola Grifoni, al direttore generale della ASL 10 Luigi Marroni, al segretario dell’Autorità di bacino dell’Arno Gaia Checcucci e al nuovo sindaco di Firenze Matteo Renzi.
“Considerateci a Vostra disposizione per ogni necessario approfondimento -è l’appello loro rivolto dall’associazione indipendente- anche e soprattutto in relazione agli inquietanti precedenti delle cantierizzazioni AV in Mugello e nell’area urbana di Bologna”.