“Libertà di taglio” dei 163 alberi condannati a morte dalla TAV: sorpresa intorno alla notizia data ieri un quotidiano fiorentino. "Prima di tagliare 163 alberi si conducano tutti i passaggi necessari per la valutazione dell'intero progetto di sottoattraversamento dell’Alta Velocità a Firenze". E' quanto chiede Ornella De Zordo che annuncia una mozione "per salvare gli alberi di svariate specie e dimensioni nell’area ex Macelli". "Nei giorni scorsi – ricorda l’esponente dell’opposizione – gli uffici comunali ne hanno autorizzato l’abbattimento per allestire il cantiere della nuova stazione dell'alta velocità ferroviaria.
Con questo atto – ha spiegato Ornella De Zordo – chiede di fermare lo scempio almeno fino al completamento dei passaggi che diano un ok definitivo al progetto del tunnel. Secondo noi il tunnel non si deve fare e in ogni caso stiamo assistendo all'ennesimo taglio delle sempre più scarse alberature, legato ai lavori preparatori del sottoattraversamento, dopo aver già assistito a quello causato dai lavori della tranvia". L’associazione ecologista Idra aveva ottenuto la sospensione del provvedimento e un sopralluogo della Direzione Ambiente del Comune di Firenze, allo scopo di garantire l’osservanza delle norme nazionali e comunitarie in materia di protezione dell’avifauna selvatica che su quegli alberi potrebbe aver nidificato e in ogni caso trova ristoro, cibo e protezione.
L’associazione fiorentina aveva anche chiesto al Comune di partecipare alla verifica. E invece, improvvisamente, è comparsa sulla stampa la notizia dell’autorizzazione ad abbattere il boschetto degli ex Macelli. “Sembra ragionevole desumere che il Comune di Firenze abbia effettuato il sopralluogo richiesto senza consentire la partecipazione dei cittadini – ha scritto oggi Idra alla Direzione Ambiente di Palazzo Vecchio - e senza far conoscere loro la motivazione di questa scelta. Non solo.
La decisione di accordare il taglio degli alberi sarebbe stata comunicata ai media prima che ai soggetti che, come Idra, si erano fatti parte attiva nel sollevare la questione e nel proporre la cautela accolta dalla Direzione Ambiente”. E aggiunge: “I cittadini ci scrivono in queste ore esprimendo vivo disappunto e profonda delusione. Se le cose sono effettivamente andate così, noi stessi non possiamo dirci che amareggiati - ancor più che per i contenuti - per il metodo che si continuerebbe così a coltivare nel rapporto con la cittadinanza.
Sarebbe forse questo un modello nuovo?”. La lettera così conclude: “Nel chiedere la documentazione di quanto sin qui avvenuto, Idra formula l’auspicio che si sia trattato solo di un piccolo infortunio al quale l’Amministrazione vorrà porre urgentemente rimedio affinché non si spengano sul nascere le speranze legate alle promesse di cambiamento formulate dal nuovo sindaco. Anche perché sarebbe davvero irrazionale, ci sembra, eseguire interventi così pesanti, su un territorio già tanto sacrificato, in nome di un progetto la cui effettiva realizzazione viene considerata tutt’altro che pacifica – come leggiamo sui giornali - dallo stesso responsabile direttore della Direzione ambiente, nella veste di presidente dell’Osservatorio Ambientale Nazionale sul nodo AV di Firenze, per le severe criticità che presenta”. Idra ha inviato al sindaco di Firenze Matteo Renzi e al presidente dell’Osservatorio Ambientale Pietro Rubellini (che è anche a capo della Direzione Ambiente del Comune di Firenze) la seguente richiesta: “Gradiremmo partecipare al sopralluogo con una nostra delegazione, così da poter acquisire e offrire elementi informativi che contribuirebbero – riteniamo – per un verso a incrementare la conoscenza da parte delle espressioni della società civile cittadina di un progetto fin qui così poco trasparente, per un altro ad assumere scelte ponderate e razionali.
Nell’auspicio che la nostra richiesta di partecipazione democratica a un momento così importante di informazione venga accolta, restiamo in attesa di un cortese riscontro”. Un grande parco a disposizione di una città sempre più asfittica e di un quartiere nel quale, uno dopo l’altro i giardini, sono diventati campi base o cantieri edili, da via Mariti a viale Redi a viale Corsica: questa potrebbe essere una buona soluzione molto economica e molto condivisa per gli ex Macelli.