“Entro settembre, magari entro il welcome day del 22 settembre potremmo immaginare una leva civica di cento ragazze e ragazzi italiani e stranieri che vanno in giro per Firenze, a maturare una presenza, a simboleggiare un gesto di attenzione e di vicinanza, una sorta di sentinelle della bellezza, altro che ronde. Firenze ha bisogno di questo”. Così Matteo Renzi, il neo-sindaco di Firenze, in un passaggio del suo discorso d'insediamento davanti al Consiglio comunale. “Non crediamo che Firenze abbia già dato: la Firenze più bella è quella che stiamo aspettando”, ha aggiunto Renzi che, poi, ha chiamato in causa anche l'opposizione: “Bisogna uscire dalla rendita che strozza questa città, fare una lotta senza quartiere alla rendita è un compito e un dovere”.
“Viva la bellezza, viva la libertà, viva Firenze”, ha quindi concluso il sindaco, salutato dall'applauso dei consiglieri di maggioranza e della giunta che lo affiancherà per i prossimi cinque anni di mandato. Eugenio Giani presidente del Consiglio comunale E' l'ex assessore della giunta Domenici, Eugenio Giani, il nuovo presidente del Consiglio comunale di Firenze. L'elezione questo pomeriggio, nel corso della prima seduta del rinnovato organo cittadino. Giani ha ricevuto 29 voti a favore e 18 schede bianche. Iacopo Cellai (Pdl) e Salvatore Scino (Lista Renzi) i vice. “Il mio lavoro sarà ispirato alla collegialità e fondato sulla sintesi.
Sono chiamato ad un compito importante, quello di armonizzare le istanze, le proposte, a favorire il dialogo fra maggioranza e opposizione”, queste le prime parole del neo presidente del Consiglio comunale. L'intervento di Bianca Maria Giogoli (Pdl) Perplessità per le scelte fatte nella composizione della giunta e l'assegnazione delle deleghe è stata espressa nel corso del suo intervento in aula da parte di Bianca Maria Giogoli (Pdl), “francamente - ha spiegato la consigliera d'opposizione - dopo tutti i proclami della campagna elettorale a partire dalle primarie ci saremmo aspettati qualcosa di più che non fosse solo la giovane età dei suoi assessori”. “E a questo punto non si può non ringraziare per l’attenzione verso questo consiglio comunale.
Prima avevamo un sindaco che ha snobbato per anni questo salone ora abbiamo un sindaco che ha già scelto il teatro del Maggio per la verifica dei 100 giorni e non il consiglio comunale. Complimenti”, ha aggiunto Bianca Maria Giogoli. “Questa assemblea si meritava e si merita un’attenzione diversa, attenzione che solo la scelta coraggiosa di proporre la presidenza alla opposizione avrebbe garantito. Questo sarebbe stato un vero segnale di novità e avrebbe garantito la vera autonomia del consiglio dalla giunta, autonomia e non sottomissione come è sempre avvenuto in questi anni con i presidenti che altro non sono che una terza gamba della giunta comunale.
Caro sindaco questa sarebbe stato il vero cambiamento. Invece che una melassa di giovanilismo di facciata che nasconde i soliti giochini di potere. E dulcis in fundo il sindaco ha accontentato amici e amici degli amici e tutte le correnti, ma si è lasciato le deleghe più importanti urbanistica e Polizia municipale. E’ sfiducia nei suoi collaboratori? Non c’è nell’orbe terraqueo nessuno alla sua altezza? In una città come Firenze alla vigilia di un piano strutturale e un regolamento urbanistico da approvare come si pensa di conciliare l’impegno di sindaco con queste materie cosi pesanti? E la sicurezza? Forse ha bisogno di qualcosa di più di un ritaglio di tempo.
E non basta cominciare i suoi impegni alle 7:30 di mattina”, ha concluso la consigliera del Pdl. L'intervento di Mario Razzanelli (Firenze c'è) “Esaminando i numeri del ballottaggio emerge che ha votato il 58% dei fiorentini: questo vuol dire che il sindaco Renzi ha avuto il consenso del 35% dei cittadini. L’altro 65% non l’ha votato oppure è rimasto a casa. Il risultato politico è quello del primo turno dove il programma del sindaco è stato bocciato nei suoi elementi cardine tramvia, alta velocità, cementificazione: i fiorentini non condividono queste scelte”. E' quanto sostiene il capogruppo di Firenze c'è in Consiglio comunale Mario Razzanelli che aggiunge: “Chiedo al nuovo sindaco di attuare quella democrazia partecipativa che è completamente mancata durante l’amministrazione Domenici, cominciando con la cancellazione delle linee 2 e 3 della tramvia, ascoltando la città con un referendum sul sottoattraversamento dell’alta velocità e rivedendo in modo trasparente il piano strutturale”. Secondo Razzanelli “è necessario cambiare il modo di gestire questa città portando a conoscenza dei cittadini i progetti, spiegandoglieli e magari condividerli.
Nel caso di Firenze, però, non è stato così in troppe circostanze come per la tramvia e l’Alta Velocità. L’amministrazione Domenici si è rifiutata per dieci anni di dialogare con la città su temi cruciali”. “Ho già depositato tredici mozioni che abbracciano le maggiori problematiche della città - termina Razzanelli -, assicuro al neo sindaco un’opposizione costruttiva e fatta unicamente nell’interesse della città e dei fiorentini”. L'intervento di Ornella De Zordo (perUnaltracittà) “Il mandato assegnato dagli elettori alla lista perUnaltracittà sarà rispettato con coerenza.
Se da un lato controlleremo sull'operato e le azioni della giunta, dall'altro la incalzeremo con proposte concrete che vanno nella direzione di quella discontinuità politica e amministrativa che gran parte della città auspica”. Lo ha affermato Ornella De Zordo, capogruppo di perUnaltracittà, durante il suo intervento. “In queste settimane abbiamo sentito pronunciare anche da Matteo Renzi la parola 'discontinuità' - ha continuato De Zordo -. Andrà però capito cosa intende. Anche perché discontinuità la chiede Confindustria (si veda intervento del presidente Gentile) e la chiedono i cittadini della zona dei Macelli per non dire del Coordinamento per il sovrattraversamento della Tav e le associazioni che si occupano di marginalità.
Quale direzione prenderà allora questa 'discontinuità'? Quella auspicata dai cittadini o quella dei poteri economici che hanno sempre dimostrato poca attenzione al bene comune?» La De Zordo a tal proposito ha continuato con un esempio: “Bene andare verso l'Azienda unica della mobilità, è anche nel programma di perUnaltracittà; bene chiudere la Sas (ovviamente tutelando e valorizzando le competenze dei 240 dipendenti); bene affidare ad Ataf la gestione della zcs. Ma quale sarà il soggetto giuridico di questa nuova azienda? Interamente pubblica, come noi crediamo che debba essere nell'interesse di tutti, o mista o addirittura tutta privata?” La capogruppo di perUnaltracittà ha concluso il suo intervento ricordando come l'ultimo decennio di governo sia stato caratterizzato da grandi proclami sui grandi temi e da poco o nulla di fatto: “Domenici ha lasciato una città più caotica, più inquinata e meno accogliente.
Questo il giudizio politico di perUnaltracittà”. E qui ha portato alcuni esempi su mobilità, partecipazione e emergenza casa. L'intervento di Valdo Spini (Spini per Firenze) “Le fiorentine e i fiorentini, sanno di poter contare su una voce libera, indipendente, spregiudicata che si richiama a quei valori e a quegli ideali che in quest’aula fecero risuonare uomini come Piero Calamandrei. Del resto, chi lo vuole fare, può già trovare tante di queste proposte concrete nelle innumerevoli manifestazioni di contenuto che abbiamo tenuto nel corso di questa campagna elettorale.
Ma sentiamo la responsabilità di svolgere un’opposizione in positivo, anche e soprattutto per le condizioni gravissime in cui si trova la città” ha dichiarato Valdo Spini, capogruppo Spini per Firenze, durante la seduta del consiglio comunale. “Certo ci auguriamo che il Sindaco, la sua giunta, la sua maggioranza sappiano aprirsi ad un dibattito aperto e costruttivo con questo Consiglio comunale, rivalutando il suo ruolo di rappresentanza della città. La presentazione al Consiglio delle linee programmatiche relative al suo mandato deve avvenire prima della manifestazione pubblica che lui ha annunciato per i cento giorni della sua attività.
E’ un atto di rispetto verso il Consiglio che verrebbe apprezzato. Certo non ci sono piaciute delle dichiarazioni di autosufficienza, del tutto incongrue in una situazione così grave come quella che la città sta attraversando. Non ci sono piaciute affermazioni di assessori che si sono vantati di avere battuto in velocità il Consiglio comunale nell’utilizzazione di Palazzo Vecchio, quando è noto che la data di convocazione del consiglio comunale è stata decisa da esponenti istituzionali della maggioranza.
Non ci è piaciuto sentir dire che Firenze non ha emergenza abitativa quando ha perso in questi anni quasi centomila abitanti. Non ci è piaciuto infine, dopo sei mesi abbondanti di campagna del Pd prima per le primarie e poi per le elezioni vere e proprie, in cui la città dovrebbe essere stata percorsa e conosciuta fino in fondo, di sentir dire che ci vorranno trenta dipendenti comunali che la percorreranno per trovare i punti di maggiore sofferenza e di degrado”, ha aggiunto Spini. “Signor sindaco - ha quindi precisato l'ex ministro - se vuole un elenco di questi punti glielo posso fornire subito anch’io! Meglio ancora, noi consiglieri comunali tutti insieme possiamo certamente farlo!”.