Forse non tutti sanno che la Nasa, l'agenzia americana che si occupa di esplorazione spaziale, ha da anni un progetto artistico. E nei suoi archivi e caveau conserva alcune migliaia di opere, anche alcune composizioni musicali, commissionate per descrivere e tramandare alle giovani generazioni il fascino e l'entusiasmo che si accompagna all'esplorazione del cosmo. Lo racconta sul palco di San Rossore, nella sessione del mattino dedicata a persone, pianeta, pace e profitto, Kathie Olsen, un passato anche alla Nasa e dal 2009 consigliere superiore dell’Ufficio per la Comunicazione e l’Amministrazione delle Risorse della Fondazione Nazionale della Scienza (Nsf) degli Stati Uniti. La comunicazione è tutto, ripetono oggi in molti.
E questo in fondo vale anche per la scienza e gli scienziati, che non possono vivere rinchiusi in una torre d'avorio. "La scienza ha bisogno di essere comunicata – sottolinea Kathie Olsen – La scienza ha bisogno di parlare con filosofi ed esponenti religiosi, perché nell'affrontare in prima linea le sfide ed opportunità del mondo ha a che fare con i comportamenti della gente. La scienza ha bisogno anche dell'aiuto di artisti e scrittori, perché va raccontata con mostre, documentari ed eventi". Un po' quello che è successo quest'anno a San Rossore.
"La scienza è anche diplomazia" aggiunge la scienziata americana dell'Oregon. "Naturalmente – precisa – la scienza non può lavorare da sola: ha bisogno di sinergie e cooperazione. Ha bisogno di un clima politico favorevole e di incentivi e risorse, oltre che di statistiche, report, modelli di riferimento e comunicazione appunto". E naturalmente, conclude, ha bisogno di una stretta relazione con l'istruzione, per educare giovani e adulti. di Walter Fortini