Più passano i giorni e più la crisi si dimostra peggiore di quello che si poteva immaginare. Va subito dritto al cuore della questione il presidente della Toscana, Claudio Martini, intervenuto stamani a Firenze alla presentazione del rapporto Irpet sull'economia della regione.
Nel 2008 il prodotto interno lordo toscano ha perso l'1,2 per cento. Nel 2009 perderà probabilmente ancora un 4,9, per poi crescere nel 2010 di un timido 0,4: praticamente una crescita zero. Di questo passo, sottolinea il presidente, non ritorneremo ai livelli dell'anno scorso prima del 2012 o del 2015.
E non è detto che la selezione che la crisi inevitabilmente opererà premi i migliori o le aziende più disposte ad investire, capaci di garantire alla Toscana, quando la crisi sarà passata, nuove prospettive e maggiore competitività. Serve una grande politica nazionale, spiega: una politica di emergenza adeguata ma anche di riforme strutturali. Serve più che altro oggi, aggiunge, la politica, il dialogo sociale e l'impegno di tutti. Tre parole chiavi, più volte ripetute del corso dell'intervento, in grado di portare insieme a quel salto di qualità auspicato e necessario.
Come in un gran premio della montagna
L'Italia e la Toscana erano abituate a crisi passeggere: scosse anche forti, che duravano poco.
Per dirla con una metafora ciclistica, spiega il presidente della Toscana, è come se dopo un muro ripido di quelli che sanno fare quelli che vanno bene in bicicletta, una volta scollinato ci attendesse una lunga discesa: invece ci saranno altre salite, magari meno impervie, e piccole discese. Per questo occorre l'impegno di tutti e il gioco di squadra.
Credito e imprese
Prendiamo il caso del credito: gli imprenditori dicono che la banche hanno chiuso i rubinetti, le banche dicono che applicano solo le regole e tutto va bene.
Così si crea solo conflittualità, che non serve a nessuno. Serve un maggior dialogo, occorre moltiplicare i luoghi e le occasioni di incontro. E la Regione è disponibile ad impegnarsi per creare quel clima necessario di fiducia reciproca, oltre naturalmente a proseguire sul fronte degli interventi concreti: il presidente ha difatti riconfermato che lunedì la giunta aumenterà di 11 milioni il fondo di garanzia che permetterà alle imprese a corto di liquidità di ottenere prestiti dalle banche.
Da maggio ci sono già state richieste per 414 milioni e tutte, se possiedono i giusti parametri, otterranno il finanziamento.
Attrattività e internazionalizzazione
Gli altri terreni su cui la Regione si impegnerà riguardano l'apertura ai mercati internazionali e la capacità di attrarre imprenditori in Toscana disposti ad investire. Serve anche qui un salto di qualità. Occorre, puntualizza il presidente della Toscana, realizzare quelle infrastrutture viarie, ferroviarie o autostradali di cui la regione ha bisogno: senza ripensamenti e senza perdere altro tempo.
Lavoro di squadra, per evitare di essere inadeguati
Per affrontare la crisi la Regione si è mossa ed ha fatto la sua parte, ricorda il presidente, ma da sola non può farcela.
Soprattutto il governo non deve commettere l'errore di sottovalutare la crisi, pensando ad una scossa passeggera. Quella fase è già superata: altrimenti il rischio è quello di essere inadeguati.
di Walter Fortini