Si è tenuto ieri, venerdì 15 maggio, l'incontro con i candidati a sindaco di Firenze nel corso di “Artigianato e Palazzo”, manifestazione giunta alla sua XV edizione che si svolgerà nel Giardino Corsini fino a domani.
Per la prima volta erano presenti tutti e nove i candidati: Alfonso Bonafede (Firenze 5 Stelle), Marco Carraresi (Udc), Ornella De Zordo (Per Unaltracittà), Giovanni Galli (liste civiche e centrodestra), Cristina Lascialfari (Partito Comunista dei Lavoratori), Paolo Poggi (Popolo, città, nazione), Mario Razzanelli (Firenze c'é), Matteo Renzi (centrosinista e liste civiche) e Valdo Spini (Spini per Firenze, Prc, Pdci, Verdi e Mre).
Davanti ad una sala gremita ed attenta tutti i candidati sono stati concordi nel ritenere l'artigianato uno dei settori più importanti del tessuto economico e della storia della città di Firenze.
Sarà importante un programma di promozione sia sul territorio che iniziative di immagine all'estero e sostegno concreto ai maestri artigiani per permettergli di avere apprendisti da tenere in bottega e a cui trasmettere il loro sapere. Fondamentale anche il finanziamento di corsi professionali per insegnare un mestiere alle giovani generazioni.
“Il ruolo dell’artigianato nel futuro di Firenze lo consideriamo assolutamente determinante. La nostra idea di città è infatti quella di Firenze come 'Giardino della cultura' e della ricerca”.
Così Valdo Spini, nel corso dell’incontro.
“Cultura come stimolo a tutto quel sistema che va dal turismo all’artigianato artistico, a tutto quanto è collegato all’attrazione artistica di Firenze - ha proseguito Spini -. Ricerca (in particolare quella scientifica) come proiezione nella contemporaneità e volano indispensabile per mantenere a Firenze e alla sua area metropolitana le sue imprese manifatturiere (Firenze è una città industriale anche se non ne è consapevole).
In questo quadro l’artigianato, oltre a problemi fiscali e di ordine regionale, incontra nelle nostra città due pericoli: l’espulsione delle botteghe per l’utilizzazione a fini speculativi degli immobili in cui operano; la difficoltà nella formazione di nuovi giovani, problema che si sente in particolare proprio nell’artigianato artistico, il più legato alla tradizione fiorentina”.
“Qualcosa si può fare con le disposizioni regionali – ha quindi concluso Spini -, infatti, proprio dopo una visita alla Fondazione Artigianato artistico avevo inviato al presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, una lettera in cui rilevavo l’importanza del regolamento di attuazione della nuova Legge regionale sull’artigianato sollecitando la Regione di riempire con contenuti concreti la figura del Maestro d'Arte, attribuendogli strumenti per una effettiva azione di addestramento dei giovani.
Ma naturalmente un ruolo importante spetta all’amministrazione comunale dal punto di vista urbanistico con la possibilità di adottare strumenti in grado di difendere la localizzazione delle botteghe dalla pressione della speculazione immobiliare”.
“Dare vita agli Atelier di Produzione Popolare, luoghi ricavati da edifici dismessi e trasformati in botteghe artigiane per la realizzazione di corsi di formazione che possano creare nuovi di posti di lavoro. E poi: semplificazione burocratica, defiscalizzazioni sull'ici e sulla tassa sui rifiuti (anche incentivandone una minor produzione) e formazione di una scuola media superiore comunale (ad esempio per calzolai, falegnami, sarte, scalpellini, e così via), che consentirebbe la rivalutazione degli storici artigiani fiorentini”.
Queste, in sintesi, le proposte contenute nel programma della candidata sindaco della lista “Per Unaltracittà” Ornella De Zordo, per affrontare la crisi dell'artigianato locale.
“Secondo i dati Irpet – ha spiegato Ornella De Zordo – l'artigianato toscano ha chiuso anche il 2008 con un bilancio negativo.
Sono molte le cause, certamente attribuibili alla crisi economica internazionale, ma anche alla poca attenzione che sul piano locale è stata rivolta alle attività della categoria”.
“Fra i problemi maggiormente trascurati dall'amministrazione comunale – ha quindi sottolineato la De Zordo – c'è certamente il cambio di destinazione delle botteghe trasformate in appartamenti, che ha causato la crescita dei prezzi di affitto e di vendita dei potenziali laboratori artigiani. E' per questo che proponiamo di impedire il cambio di destinazione delle botteghe al piano terra”.
“In questi anni è mancata una politica di defiscalizzazione comunale per gli artigiani, oltre che un'oculata gestione della zona a traffico limitato.
La grande distribuzione ha poi causato la chiusura di molte botteghe, che non sono state adeguatamente sostenute. Le imprese, inoltre, sono state fortemente penalizzate dalla lentezza nella durata dei cantieri in città. Occorre un sostegno alle attività locali delle imprese artigiane, attraverso patti con enti pubblici e banche locali legate al territorio, per la creazione di posti di lavoro sani e duraturi”.