“Proteggere un animale o una pianta non è né di centrodestra, né di centrosinistra: è un obbligo di fronte ai cambiamenti climatici e alle trasformazioni del territorio e del nostro rapporto con la natura e il nostro passato. Non si comprende per quale motivo mentre la Toscana con fondi propri rafforza il suo sistema di monitoraggio della biodiversità e degli habitat, dal Governo nazionale non arrivano risposte concrete e risorse. Anzi, spicca la latitanza del Ministero dell’Ambiente nella tutela del territorio e sul tavolo c’è la proposta assurda del ministro Calderoli di cancellare gli enti parco regionali.
Le politiche nazionali sulla biodiversità sono state rinviate al 2012 e i fondi radicalmente dimezzati, mettendo in crisi anche la ricerca e il campionamento delle specie animali e vegetali, marine e terrestri. La tutela dell’ambiente, mai come oggi, è inesistente nel nostro Paese, nonostante accada l’esatto contrario e sia sempre più centrale in gran parte dell’Europa”.
E’ quanto ha afferma Erasmo D’Angelis (Pd), presidente della Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale, concludendo la mattinata di lavoro del convegno organizzato da Regione e Wwf sulla biodiversità regionale.
“Siamo tra le Regioni europee più ricche di habitat – spiega D’Angelis - con il 13,8% del territorio regionale protetto e oltre il 50% ricoperto di boschi e foreste.
Nella Regione vivono 3.250 specie di flora, 84 di mammiferi, 421 di uccelli, 19 di anfibi, 22 di rettili, oltre 60 di pesci ed una grande varietà di invertebrati. E’ un patrimonio prezioso ma in alcuni casi a rischio di rarefazione o scomparsa a causa del riscaldamento globale. La Regione, con il Wwf e altre associazioni ambientaliste, in una corsa contro il tempo, sta salvando questa ricchezza di biodiversità con la difesa delle singole specie animali o vegetali, la tutela degli habitat e il loro recupero e talvolta la loro ricostruzione, perché sono determinanti per la sopravvivenza, l’alimentazione, il rifugio o la riproduzione”.
“L’obiettivo – conclude D’Angelis - è di estendere a porzioni di territorio esterno alle aree protette la tutela della biodiversità.
Questo avrà effetti anche sull’urbanistica, l’agricoltura con l’evoluzione verso la qualità, la migliore difesa idrogeologica, la depurazione e il disinquinamento dei corsi d’acqua, la sostenibilità della pesca, l’ecoefficienza nell’industria, la sostenibilità del turismo, lo sviluppo massiccio delle fonti energetiche rinnovabili”.