Firenze, 11 giugno 2009- Risparmio di emissioni di anidride carbonica del 50 per cento con il biodiesel anziché il gasolio, con costi sostenibili per i produttori e nuove opportunità di mercato. Mezzi pubblici che vanno a girasole? In Toscana, si può fare. Una sfida che per la Toscana significa anche il raggiungimento di un modello efficace per ridurre le emissioni di CO2. Sono questi, infatti, i primi positivi risultati ottenuti dal progetto S.I.En.A., un acronimo che sta per Sviluppo Integrato delle Energie Rinnovabili provenienti dal settore Agricolo, ma che ricorda anche il nome della città in cui si è svolta la sperimentazione.
Il progetto –i cui risultati sono stati presentati quest’oggi a Firenze - è stato promosso dal Settore Agricoltura e Foreste della Regione Toscana d’intesa con l’Arsia, in collaborazione con la Provincia di Siena-APEA e finanziato dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena. L’attività avviata nel corso del 2007 dalla Direzione Generale dello Sviluppo Economico attraverso l’Arsia, ha visto la partecipazione di Cispel Confservizi Toscana che ha curato gli aspetti relativi alla concreta realizzazione della filiera pilota in Toscana.
Il progetto ha raggiunto l’obiettivo di realizzare, (nell’ambito dei contributi per i biocarburanti nella Legge Finanziaria 2007), una filiera pilota per la produzione di biodiesel e per il suo utilizzo in miscela al 25% in alcuni mezzi pubblici di Train (Società di trasporto pubblico senese) e di Siena Ambiente (Società di gestione dei rifiuti urbani) nel territorio della provincia di Siena, per un totale di cinque autobus, di cui quattro a tragitto urbano e uno extraurbano, e quattro mezzi per la raccolta e la compattazione dei rifiuti.
Una parte importante del progetto è stata dedicata alla raccolta e all’analisi di dati tecnico/scientifici, in modo da consentire l’effettuazione di un monitoraggio puntuale della filiera relativamente agli aspetti agronomici, ingegneristici, economici e ambientali.
La finalità del progetto è infatti stata quella di verificare la fattibilità tecnica e la sostenibilità economica e ambientale della filiera nell’ambito del territorio della Provincia di Siena e anche quella di valutare la replicabilità dell’esperienza in contesti regionali più ampi rispetto a quello oggetto della sperimentazione.
“Abbiamo fortemente voluto questo progetto – ha dichiarato Alfredo De Girolamo, presidente di Cispel Confservizi Toscana - di cui oggi presentiamo i buoni risultati sia in termini economici che ambientali.
L’utilizzo del carburante biologico, imposto anche dalle norme europee, non solo riduce l'inquinamento, ma rafforza e riqualifica, stimolandone la redditività, il sistema produttivo agricolo della nostra regione, effetto che ci permette di ridurre la dipendenza del nostro Paese dai Paesi produttori del petrolio. Le imprese di servizio pubblico locale toscane sono pronte a giocare il proprio ruolo, ad essere cioè l'ultimo anello di quella catena virtuosa corta e territorialmente circoscritta che può rappresentare un alternativo e complementare modo di stimolare l'economia locale.” Il progetto “pilota” S.I.En.A., ha di fatto anticipato soluzioni e modelli proposti dalla direttiva europea per la valutazione della sostenibilità ambientale della filiera del biodiesel.
Gli attori coinvolti e le soluzioni sperimentate consentono di assicurare la sostenibilità della filiera corta di produzione-trasformazione-utilizzo di biodiesel.
"Il progetto Siena ha fatto da battistrada a quanto dovranno fare dal prossimo anno tutti gli Stati membri e tutte le regioni europee – ha detto Beppe Croce, presidente Legambiente Arezzo - in base alle nuove direttive sul clima pubblicate nei giorni scorsi, ovvero calcolare quanto inquinamento effettivamente si risparmia con i biocarburanti.
E il dato più significativo consiste nel fatto che è proprio l'uso delle risorse naturali in agricoltura a decidere se e in che misura i biocarburanti ci aiutano a contrastare la febbre del pianeta e restituire fertilità ai nostri suoli esausti".
La realizzazione della filiera si è resa possibile attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori interessati, a partire da quelli della fase agricola fino agli utilizzatori finali del prodotto. Il progetto (costo complessivo di 376mila euro) è stato cofinanziato dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena per circa il 67%, dalla Regione Toscana per circa il 9% e ha coinvolto vari partner, che hanno cofinanziato complessivamente per circa il 24%: Arsia, Cispel Confservizi Toscana, Provincia di Siena (attraverso APEA, Agenzia Provinciale per l’Energia e l’Ambiente), Train SpA Servizi per la mobilità, Siena Ambiente SpA, Fox Petroli SpA, Italcol SpA, Toscana Cereali, Consorzio Agrario di Siena, Cia Toscana, Coldiretti Toscana, Confagricoltura, CRIBE (Centro di Ricerca Interuniversitario sulle Biomasse da Energia dell’Università di Pisa), Dipartimento di Chimica dell’Università di Siena, CREAR (Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Energie Alternative e Rinnovabili dell’Università di Firenze) e Legambiente Toscana.
La Fondazione Monte dei Paschi di Siena, ha provveduto inoltre a finanziare, sempre nell’ambito del progetto pilota S.I.En.A., anche il sottoprogetto relativo alla “filiera dell’olio vegetale tal quale” per la produzione di energia meccanica, termica ed elettrica da realizzarsi in provincia di Siena. Il progetto è in corso di attuazione e la sua conclusione è prevista per la fine del 2009.