Firenze, 25 maggio 2009- Sono 18.933, per il 54.9 % artigiane, le imprese con titolare straniero presenti in Toscana che si conferma la quarta regione italiana più rappresentativa per l’imprenditoria straniera, dopo Lombardia (37.147), Emilia Romagna (20.316) e Piemonte (19.083).
Firenze, invece, si piazza al quinto posto tra le province italiane, dopo Milano, Roma, Torino e Brescia, forte delle sue 5.116 imprese a guida straniera, per il 40.2% artigiane e per il 18.2 % femminili.
Questi alcuni dei dati emersi dal “Rapporto sull’imprenditoria straniera” redatto dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Firenze, anche su dati della Fondazione Ethnoland, del Dossier Caritas/Migrantes e di Unioncamere che fotografano la situazione al giugno 2008.
In Toscana l’imprenditoria straniera sembra conoscere una crescita senza tregua: +27.24% nel 2004, +45,31% nel 2005, +49.17% nel 2006, +13.9% nel 2007 e +23.2% nel 2008.
“Dati - spiega Daniela Checchi, direttore di Confartigianato Imprese Firenze – naturalmente collegati alla quasi triplicazione del numero di stranieri residenti in Toscana, attestatosi a 275.149 unità alla fine del 2007, con un’incidenza sulla popolazione del 7.5%, maggiore di quella nazionale ferma al 5.8%.
Ma dati, soprattutto, che confermano il ruolo culturale svolto da sempre dall’artigianato che, da strumento di tutela della tradizione, diventa veicolo d’integrazione, offrendo un futuro concreto e legale a molte persone provenienti da paesi, al momento, svantaggiati”.
In Toscana la provincia con il numero maggiore di imprese straniere è Firenze (5.116 imprese), seguita da Prato (4.435, ma oltre un impresa su quattro è guidata da un immigrato), Pistoia, Arezzo, Lucca, Siena, Livorno, Massa Carrara, Pisa e Grosseto.
Gli imprenditori stranieri in Toscana sono per il 26.5% cinesi, per il 19.3% albanesi, per il 16.8% romeni, per l’11% marocchini, seguiti da senegalesi, tunisini, iugoslavi, pakistani, nigeriani, bangalesi, ucraini.
Si occupano di costruzioni (43.4%), tessile-abbigliamento-calzatura (20.08%), commercio (22.3%), agricoltura (3.3%), servizi professionali (2.6%), trasporti (2.2%), alberghi e ristorazione (0,9%), servizi personali (0,6%).
Interessanti anche i dati provenienti dallo studio sugli associati stranieri a Confartigianato Imprese Firenze che, pur non consentendo ancora un’analisi altamente scientifica ed esaustiva dell’intero comparto imprenditoriale straniero esistente nella provincia di Firenze, rappresentano comunque un punto di partenza su cui svolgere ulteriori considerazioni in tema di investimento e di incentivo alla crescita ed al sostegno delle imprese gestite da immigrati.
“Gli associati stranieri – prosegue Checchi – rappresentano il 12% del totale, ma nel 2008 sono cresciuti dell’12.40%, molto di più del totale che ha segnato invece un aumento del 8.69%.
Un dato oltremodo significativo, specie se si considera la crisi economica che ha iniziato a farsi sentire da settembre 2009”.
Sono ben 52 le nazionalità rappresentate all’interno di Confartigianato Imprese Firenze con una significativa preponderanza di cittadini romeni (23,4%) e albanesi (12,1%) che sono numericamente la maggioranza anche per residenti. Ciò testimonia una loro reale integrazione, tanto culturale che economica.
Forte si mostra la propensione al lavoro autonomo nel settore artigiano di iraniani, ivoriani e brasiliani che invece non rientrano tra le prime dieci nazionalità di residenti.
Al contrario, i filippini (terzi tra i residenti) sembrano poco attratti dal lavoro in proprio. Enorme lo scarto tra la presenza cinese sul territorio ed il numero di imprenditori cinesi associati, in linea con la riluttanza della popolazione ad ogni forma di iscrizione ad associazioni di categoria ed affini.
I mestieri svolti dagli imprenditori stranieri sono 23. Tiene il primo posto, conformemente al dato regionale, l’edilizia con il 33% delle imprese iscritte. Seguono trasporti e commercio (10% ciascuno).
Alcune nazionalità sono concentrate su un’unica o su poche attività, altre si spalmano su un largo ventaglio di mestieri.
Tra quelle più “fedeli” ad un mestiere i marocchini (88% dei quali svolge attività nell’edilizia) e gli iraniani (77% nel commercio), mentre i peruviani (terza realtà tra gli stranieri iscritti) si concentrano per lo più in imprese di pulizia (36%) e autotrasporti (36%).
Le nazioni che “guidano la classifica generale”, Romania e Albania, sono frammentate ma comunque molto legate all’edilizia. Nel caso dei romeni, infatti, il 50% lavora nell’edilizia e la restante metà si spalma su altri 13 mestieri, con picchi nel settore delle pulizie (12%), dell’autotrasporto (10,5%) e degli imbianchini (7%).
Nel caso degli albanesi, invece, a parte il 60% che si occupa di edilizia, sono rappresentati altri 12 mestieri in egual misura.