Firenze- Non esiste in Toscana una situazione di allarme per il nuovo virus influenzale A (H1n1), comunemente detto influenza suina. Occorre però non abbassare la guardia e profondere ogni sforzo per individuare possibili casi positivi, in modo da impedire il diffondersi della malattia. Questo il messaggio uscito stamani dalla commissione Sanità, in cui si è svolta una comunicazione sull’argomento da parte del direttore generale del dipartimento Diritto alla salute Vinicio Biagi e della responsabile del settore Igiene pubblica della Giunta regionale Emanuela Balocchini.
La Regione Toscana, che si è attivata secondo i contenuti di una delibera sulla “gestione dell’emergenza pandemica influenzale” già approvata nel 2008, sta monitorando costantemente la situazione e mantiene rapporti quotidiani di raccordo e coordinamento con le autorità centrali e con le Asl. La diagnosi dell’infezione viene fatta raccogliendo un tampone nasale o faringeo che è inviato a uno dei laboratori di riferimento regionali operanti presso le Università di Pisa, Firenze e Siena.
I campioni che risultano positivi per qualsiasi tipo di influenza A vengono inviati all’Istituto superiore di sanità, che è l'unico in grado di accertare il caso di nuova influenza.
Secondo il protocollo nazionale attualmente sono identificati negli aeroporti, segnalati alla regione e sottoposti a sorveglianza sanitaria tutti i soggetti di ritorno dal Messico. I soggetti sintomatici vengono isolati, gli studenti invece devono evitare il ritorno a scuola per 7 giorni indipendentemente dal fatto che siano sintomatici o meno.
Ad oggi sono stati identificati 25 casi sospetti: di questi 21 sono risultati negativi agli accertamenti virologici, 2 sono risultati positivi per il nuovo virus (a Massa e a Firenze), uno aveva contratto un’influenza con un ceppo virale di vecchio tipo e un ulteriore caso, a Grosseto, è in corso di accertamento.
I 2 pazienti positivi hanno contratto una forma lievissima di malattia e, guariti, sono già stati dimessi dall’ospedale. I responsabili hanno poi chiarito che in Toscana ci sono scorte di farmaci antivirali (per il trattamento dell’influenza A/H1n1 si usano quelli a base di oseltamivir come il Tamiflu e di zanamivir come il Relenza) sufficienti a far fronte alla presente situazione: 600 cicli erano già stoccati e ulteriori 2000 cicli sono stati richiesti il 27 aprile e sono stati già consegnati.
Assieme al presidente della commissione Sanità Fabio Roggiolani e la vicepresidente Anna Maria Celesti i dirigenti regionali hanno voluto sottolineare un fatto, e lanciare un messaggio preciso ai toscani: gli antivirali non sono vaccini, non devono essere usati a scopo preventivo ma servono solo per il trattamento della malattia e devono essere assunti sotto il controllo di un medico. L’uso improprio e tanto peggio l’auto-somministrazione rischiano di provocare danni all’organismo e, in più, una sorta di resistenza al farmaco che potrebbe risultare pericolosa nel caso che si contraesse effettivamente il virus in una fase successiva.
L’impressione, ha sottolineato Roggiolani, è che il sistema toscano di prevenzione funzioni bene, e che questo abbia portato all’immediata identificazione dei casi di malattia. Ovviamente non bisogna allentare il livello di attenzione. La Toscana è mobilitata anche per quanto riguarda l’identificazione e la fabbricazione del nuovo vaccino: la regione, che ospita alcune aziende leader del ramo, è infatti il secondo polo mondiale per la produzione dei vaccini. (cem)