Firenze: l’assistenza di strada a rom e rifugiati somali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 aprile 2009 23:16
Firenze: l’assistenza di strada a rom e rifugiati somali

Ne parla il Rapporto annuale sull'attività 2008 del “Camper per i diritti”, unità mobile di assistenza sociosanitaria per i senza fissa dimora nell’area di Firenze. Il progetto ha impegnato 40 volontari tra medici, infermieri, ostetriche, odontoiatri e antropologi che hanno portato prima assistenza, informazione, orientamento ed accompagnamento ai servizi sanitari pubblici. Negli ultimi due mesi del 2008 è stato realizzato anche un servizio di prevenzione ed assistenza odontoiatrica. L’unità mobile ha realizzato 51 uscite, effettuato 395 visite mediche e preso in carico 209 pazienti, dei quali solo il 5% era in possesso di tessera STP o iscritta al servizio sanitario nazionale al momento del primo contatto.

Presso gli insediamenti precari delle Piagge, dell’Osmannoro e di Quaracchi i pazienti sono stati circa 200 rom di cittadinanza rumena, per lo più nuclei familiari con la presenza del 50,5% di donne per l’86,4% in età fertile, delle quali 13 in stato di gravidanza. Il 13,4% dei pazienti era costituito da minori. Gli sgomberi degli insediamenti avvenuti durante la scorsa estate hanno avuto come unica conseguenza la dispersione dell’utenza in zone limitrofe, il peggioramento delle condizioni abitative, lo smarrimento dei documenti sanitari e dei medicinali e l’interruzione dei percorsi terapeutici.

I rom rumeni continuano a vivere nelle stesse aree ad oltre 500 metri dal punto acqua più vicino, privi di elettricità e servizi igienici ed adiacenti a cumuli di spazzatura. Presso gli stabili occupati dell’ex ospedale Meyer i pazienti sono stati circa 50 cittadini somali titolari di permesso di soggiorno per richiesta asilo, asilo, protezione umanitaria o sussidiaria, tutti di sesso maschile e per il 63% di età compresa fra i 18 e i 30 anni. Lo standard di accoglienza risulta essere insufficiente, vivono in camere collettive con un unico servizio igienico e privi di cucina.

L’accesso ai servizi sanitari risulta notevolmente limitato causa la mancanza di informazione ed orientamento e la mancata concessione della residenza anagrafica da parte dell’amministrazione, fattore determinante per l’iscrizione alla Asl del territorio. In linea generale dal punto di vista sanitario si tratta di un’utenza fondamentalmente sana, colpita da patologie che sono conseguenza delle drammatiche condizioni igienico-sanitarie in cui vive e dello stato di povertà (infezioni delle vie respiratorie, patologie dell’apparato gastrointestinale e osteomuscolare, le patologie infettive hanno rappresentato solo il 3,3% dei sospetti diagnostici).

I nostri dati segnalano un’utenza ricettiva e collaborativa, a titolo di esempio al momento della seconda visita più del 40% dei pazienti rom aveva provveduto all’iscrizione al SSN. Per poter gestire adeguatamente i bisogni di salute dei cittadini stranieri più emarginati, MEDU intende continuare a promovuere il coinvolgimento delle istituzioni locali e regionali sulle problematiche dei senza fissa dimora ed in particolare sul caso dei rom rumeni. Risulta essenziale invertire atteggiamenti di indifferenza o politche repressive a favore di una reale politica dell’accoglienza.

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