di Mauro Banchini
Firenze- E' stato riaperto da due mesi, sia pure parzialmente, dopo i disastri di sei anni fa: le incursioni belliche, i saccheggi, i trafugamenti di migliaia di reperti che “sparirono” fra il 10 e il 12 aprile 2003. E' il museo nazionale di Baghdad, per la cui ricostruzione è intervenuto il nostro Paese associando istituzioni pubbliche e forze di polizia, centri di ricerca e soggetti privati: le vicende legate al riallestimento dello spazio dove si trova la storia di sumeri e babilonesi, assiri e caldei, ellenistici e romani, persiani e islamici, saranno al centro - giovedì prossimo 23 aprile - di una conferenza organizzata dalla Regione Toscana presso il museo intitolato a Rodolfo Siviero, lo “007 dell'arte”.
In calendario alle ore 18.00 in Lungarno Serristori, l'iniziativa (“Il Museo nazionale di Baghdad”) prevede l'intervento di Carlo Lippolis ricercatore al Dipartimento di Scienze Antropologiche, Archeologiche e Storico-Territoriali dell'Università di Torino, uno degli specialisti italiani che hanno partecipato alle attività finalizzate alla conservazione e tutela del patrimonio culturale iracheno. Fra gli scopi del Museo Casa Siviero di Firenze – sottolineano negli uffici dell'assessorato alla cultura della Regione Toscana, proprietaria del museo – c'è proprio la riflessione sulla difesa del patrimonio culturale nei conflitti bellici.
Non è dunque un caso se il punto sulla situazione di un così importante museo danneggiato dalle bombe e dai saccheggi di una guerra viene ospitato sulle rive dell'Arno, nella casa di un personaggio che, negli anni dell'ultima guerra mondiale, tanto operò per recuperare ingenti patrimoni trafugati dai nazisti.
Nei giorni del grande saccheggio sparirono, dal museo di Baghdad, non meno di tremila reperti, una quarantina dei quali di notevole importanza. Anche grazie alle attività del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio venne creata una banca dati messa a disposizione di Interpol: 1.636 reperti archeologici (fra cui i tre principali: la Dama di Uruk, il vaso da Uruk, il porta stendardi da Ur) sono stati spontaneamente restituiti o recuperati.
Il museo di Baghdad è stato adesso riaperto, per visite di scolaresche, in alcune sue parti: la galleria Assira che contiene grandi bassorilievi e statue, quella Islamica con reperti provenienti da moschee di epoca ottomana, nonché il cortile con statue di epoca romana. Presto, sul sito Cnr, sarà possibile anche la navigazione nel “museo virtuale” di Baghdad.