Firenze - Riapre i battenti il museo Bardini. Sculture, dipinti, oggetti e armi, dall'arte antica al XVIII secolo.
È grazie ai sette Lions Club fiorentini della ‘zona A’ se il Marzocco, trasferito dal museo San Marco al Bardini, verrà accuratamente restaurato. L’operazione, che durerà oltre sei mesi, avverrà proprio davanti agli occhi dei fiorentini. Sì, perché il restauro di uno dei simboli della nostra città verrà eseguito in diretta, nel rinnovato museo Bardini. E i visitatori del museo potranno osservare le tecniche applicate e ricevere informazioni dalla restauratrice.
30mila euro la somma stanziata dai Lions Club fiorentini (Firenze, Cosimo dei Medici, Firenze Firenzuola, Firenze Giotto, Firenze Impruneta San Casciano, Firenze Poggio Imperiale, Firenze Stibbert) per il restauro e la ricollocazione di uno dei primi esempi di Marzocco, risalente al 1349.
«I sette Club Lions della ‘zona A’, con il service del ‘leone’, che è simbolo della Firenze repubblicana e rappresenta le migliori qualità civiche, ma è anche simbolo del Lions, hanno voluto concedere a tutti la possibilità di assistere al restauro – evidenzia il delegato di zona della prima circoscrizione Lions Stefania Andreani -.
L'occasione, che ha fatto nascere un rapporto fra i sette Club Lions fiorentini e il museo Stefano Bardini, che è anche museo delle virtù civiche fiorentine, ha oltretutto dato ai Club un’importante possibilità. Ovvero quella di far toccare con mano ai visitatori l’attaccamento che abbiamo nei confronti di Firenze e del suo territorio». Per tutta la durata del restauro sarà infatti visibile una mostra fotografica che rende onore ai 56 anni di attività dei Club a favore del patrimonio artistico cittadino.
Tra gli interventi realizzati, citiamo il restauro e la pulitura del basamento della copia in bronzo del David di Michelangelo, e il restauro dei tabernacolo dei Carmelitani in via della Chiesa e della teca conservativa della ‘Venere smontabile’ al museo della Specola. Il Marzocco fu scolpito per l’ingresso principale di Palazzo Vecchio che, dopo la cacciata del Duca di Atene nel 1342, fu soggetto a restauro. In quell’occasione lo scultore Giovanni dei Nobili fu incaricato di realizzare i due leoni - di cui oggi osserviamo delle copie dorate realizzate alla fine dell’Ottocento, - da porre ai lati del frontone marmoreo.
Da notare che questa scultura fu commissionata a pochi anni di distanza dall’alluvione del 1333 che, con la distruzione del Ponte Vecchio, aveva fatto perdere a Firenze la misteriosa statua dedicata a Marte, che sin dai tempi dei romani dominava e proteggeva la città. Secondo alcuni proprio da questa scultura trae origine il termine ‘Marzocco’, da riferire al latino ‘Martius’, il leone guerriero che da quel momento divenne simbolo di Firenze.
Quella soggetta a restauro è l’unica scultura che si è salvata dalle intemperie.
Si tratta di quella di destra, che è stata conservata per quasi 100 anni al museo di San Marco. Ma oggi, grazie al Comune, all’assessore Eugenio Giani e ai Lions fiorentini troverà nuova vita nei locali del museo Stefano Bardini.