di Remo Fattorini
Firenze- Piombino, secondo centro siderurgico d’Italia, arranca, procede a singhiozzo, e viaggia con una capacità produttiva limitata al 30-40% delle proprie potenzialità. Pesanti le conseguenze sull’occupazione, nelle piccole e medie imprese dell’indotto e nell’economia locale. Mancano gli ordini, il mercato è fermo, all’orizzonte non si vedono segnali di ripresa, tanto che si annunciano ulteriori periodi di fermo impianti. Questo il quadro della situazione emerso nel corso del lungo incontro che ieri sera si è svolto nel palazzo comunale di Piombino tra la task force guidata dal presidente della Regione Toscana Claudio Martini e le istituzioni locali, gli imprenditori, le associazioni economiche e sociali.
«Giovedì – ha esordito Martini - sarò a Pisa e parlerò con il ministro Scajola.
La cris i del settore siderurgico è un problema di rilievo nazionale e internazionale e non può essere affrontata solo dalle istituzioni locali e regionali. Noi faremo la nostra parte, ma questa è un’area su cui dobbiamo aprire un confronto con il governo nazionale, dobbiamo lavorare insieme, unire le forze se vogliamo trovare soluzioni in grado di incidere sulla crisi. Non c’è altra strada. Quando sento parlare di una riduzione produttiva del 60-70% vuol dire che la situazione è grave e richiede impegni consistenti da parte di tutti: dalle istituzioni, locali e nazionali, alle imprese, alle banche».
Insieme al presidente Martini erano presenti all’incontro anche gli assessori Brenna, Simoncini e Baronti oltre al coordinatore della task force Andrea Des Dorides. La riunione è stata aperta dal sindaco di Piombino Gianni Anselmi e dall’intervento dei rappresentanti delle aziende siderurgiche Marcello Ca lcagni della Lucchini, Leardo Nannipieri della Arcelor Mittal (ex Magona) e Giovanni Piazza della Dalmine. Di seguito hanno preso la parola i sindacati, le associazioni economiche, i sindaci dell’area e il presidente della Provincia Kutufa.
Nel corso della riunione sono stati illustrati i provvedimenti anti-crisi messi a punto dalla Regione Toscana. L’assessore al lavoro Gianfranco Simoncini ha parlato degli ammortizzatori sociali. «Alle ricorse messe in campo fino ad oggi - ha detto Simoncini - si potranno presto aggiungere le risorse legate all'accordo fra Governo e Regioni del 12 febbraio scorso, in base al quale la Toscana metterà a disposizione fino a 100 milioni tratti dal Fondo sociale europeo per il finanziamento della Cassa integrazione in deroga, cui il governo aggiungerà fino a 250 milioni.
Di questi, ad oggi, sono arrivati i primi 10 milioni, che saranno concessi da aprile in base ad un accordo fra Regione e parti sociali cui si sta lavorando in queste ore». L'insieme delle misure già in cantiere grazie a oltre 60 milioni di risorse regionali prevede, fra l'altro, fondi per l'assunzione dei lavoratori a tempo determinato, per l'accesso al credito dei lavoratori atipici, per le donne sopra i 35 anni che hanno perso il lavoro, per i giovani laureati, per l'anticipo della Cassa integrazione, per la formazione dei lavoratori in mobilità.
La Regione ha anche stanziato cinque milioni di euro per un assegno una tantum da 1650 euro ai lavoratori, precari e atipici, privi di ammortizzatori sociali e rimasti senza lavoro ed altri 1650 euro per chi, licenziato o in cassa integrazione, ha anche un mutuo sulla prima casa. L’assessore alle attività produttive Ambrogio Brenna ha spiegato invece i provvedimenti presi per favorire l’accesso al credito da parte delle imprese, che si aggiungono all'accelerazione che c'è stata nella pubblicazione dei bandi comunitari: 48 milioni di garanzie gratuite, già disponibili tramite Fidi Toscana dal 12 febbraio, che permetteranno alla aziende di ottenere dalle banche 480 milioni di finanziamenti a tassi vantaggiosi (anche senza ulteriori garanzie) e bandi per oltre 100 milioni, tutti già pubblicati, che serviranno a creare infrastrutture, servizi e sostegni alla ricerca per le imprese che investono sul territorio.