E' morto perché non sono state osservate le norme di sicurezza, affermano gli investigatori. Anche se la committente Publiacqua si dice rispettosa dei propri doveri.
"Come abbiamo ormai da tempo denunciato la privatizzazione nella gestione dei servizi genera solo mostri -affermano in un documento le Rappresentanze Sindacali di Base del Comune di Firenze- che in nome del profitto fanno ricadere sui lavoratori e sulle condizioni di lavoro tutti i tagli e i risparmi, tagli alla sicurezza, tagli agli organici, e relativo appalto di ogni tipo di servizio manutentivo.
Mentre dall’altro lato si gonfiano a dismisura gli stipendi di Dirigenti e Amministratori delle società.
Ancora una volta a pagare sono solo i lavoratori ed in questo caso gli ultimi degli ultimi, un lavoratore extracomunitario di 42 anni che lavorava senza alcun sistema di sicurezza per una ditta a cui erano stati appaltati i lavori da Publiacqua.
Già la sicurezza proprio la sicurezza! La scelta della privatizzazione annulla di fatto le garanzie minime sancite dal decreto 626/94 esponendo i lavoratori a rischi che nemmeno sapevano di avere perché, con tutta probabilità, i Datori di Lavoro non solo non hanno informato i lavoratori sui rischi ai quali sono sottoposti, ma si guardano bene di mettere in pratica norme di legge a tutela della loro salute e della loro sicurezza.
Datori di Lavoro in nero: subappaltatori di lutti annunciati!
E ora la Magistratura indaga, ecco anche per questa istituzione una buona occasione per uscire dallo sciacallaggio politico, dalla delegittimazione alla quale è sottoposta da questo governo, e andare veramente al fondo, fino a fare emergere le verità più nascoste, ci attendiamo una risposta certa e sollecita ai molti interrogativi aperti da questa sciagura che ancora una volta ha lasciato campo libero ai profittatori più spregiudicati.
Diciamo no all’introduzione del capitale privato all’interno della Publiacqua, diciamo no anche per difendere le garanzie dei lavoratori che si troverebbero ad operare costantemente in condizioni di mancata tutela della sicurezza.
Il risparmio di consistenti flussi di denaro scivolerebbe dolcemente nelle saccoccie di furbastri imprenditori ...e per i cittadini: nessun beneficio. Anzi le bollette si gonfieranno per erodere gli stipendi di chi ha poco.
Nel recente e civilissimo Social Forum di Firenze è stato detto: L’acqua è un bene primario giù le mani dall’acqua".
“La sicurezza sui luoghi di lavoro continua ad essere una priorità assoluta e gli incidenti mortali di Firenze e Agliana sono lì a ricordarlo.
Dobbiamo fare sempre di più, tutti, per spezzare questa spirale. Per questo la Regione ha impiegato risorse importanti e dato ampio spazio alla concertazione, definendo intese e programmi con enti locali, sindacati, imprese, professionisti ed esperti. Una strada che ha già dato risultati - lo dimostrano i risultati del primo semestre 2002, inferiori del 5,7 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno - ma che richiede ancora tanto impegno”. Così il presidente della Regione, Claudio Martini, ha sottolineato il valore e l’attualità del progetto della Provincia di Livorno per la formazione di ‘mediatori della sicurezza sul luogo di lavoro’, alla cui presentazione, presso la sede della Toscana a Bruxelles, ha preso ieri parte.
Il mediatore è una nuova figura professionale, che interagisce tra imprenditore e lavoratori, e costringe anche le ditte appaltatrici e subappaltatrici ad attivare comportamenti a norma, ai quali spesso tendono a sfuggire.
La Provincia di Livorno ha presentato il progetto alla Regione per poter indirizzare le risorse europee del Fondo sociale alla costruzione di questa figura, di cui Livorno sente grande necessità per l’alto numero di incidenti sui luoghi di lavoro: una media di 20 incidenti al giorno con 7 morti all’anno, concentrati nei settori dell’edilizia, della chimica, della siderurgia, della metalmeccanica, delle attività portuali e dell’agricoltura. Alla presentazione sono intervenuti, oltre al presidente Martini, molti esponenti della Commissione europea e l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro, Paolo Benesperi, che ha sottolineato come “anche questa esperienza di Livorno rientri a pieno titolo in quella linea di innovazione qualitativa che caratterizza tutta l’attività educativa e formativa della Toscana”. Il progetto, dedicato a “Le nuove tecnologie a tutela della vita e dell’occupazione”, consiste, come ha sottolineato l’assessore provinciale alla formazione Paolo Nanni che lo ha illustrato, in un’azione di formazione e in un approfondimento scientifico, focalizzati sui settori dell’agricoltura, dell’edilizia e della navalmeccanica: “settori nevralgici a livello europeo e individuati tra quelli a rischio massimo”.
Il corso, realizzato con la collaborazione di “Provincia di Livorno Sviluppo” e in partenariato con l’azienda sanitaria locale e le organizzazioni di categoria e sindacali dei tre settori, ha consentito di rilasciare una qualifica a 19 persone, di cui 11 donne. Il percorso formativo ha consentito di formare disoccupati, ma anche di approfondire i bisogni formativi e di dar vita ad un percorso didattico originale arricchito dalla produzione di materiali multimediali, che consentono la trasferibilità e la valorizzazione dei prodotti realizzati a livello europeo.
“L’obiettivo - ha ricordato Nanni - non è stato quello di formare personale genericamente esperto nella normativa della sicurezza, ma quello di creare professionalità nuove in grado di incidere nei processi organizzativi e produttivi, improntandoli ad una maggiore sicurezza”.
Uno specifico stage ha infine consentito di verificare le reali condizioni di lavoro nei tre settori.
Gli arricchimenti scientifici sono consistiti in tre ricerche settoriali: lo studio sulla sicurezza in agricoltura, curato dal Centro interdipartimentale di ricerca agroambientale “E.Avanzi” dell’Università di Pisa, ha approfondito l’incidenza degli agenti chimici sulla salute dei lavoratori ; quello sull’edilizia, condotto dal Politecnico di Milano, ha affrontato gli aspetti della sicurezza nel settore delle costruzioni e l’incidenza degli agenti tossici sulla salute dei lavoratori; quello sulla navalmeccanica, realizzato dall’Università di Pisa, ha analizzato i cicli produttivi e gli aspetti della sicurezza chimica nelle varie tipologie di costruzioni.