Piombino, 13 Aprile 2007- L’esposto presentato da Legambiente a Bruxelles mette in luce la violazione nei confronti delle Direttive Europee all’interno dell’area protetta SIC IT5160008 “Monte Calvi di Campiglia” che tra l’altro sorge proprio ai margini dell’Area Naturale Protetta d’Importanza Locale (ANPIL) Parco Archeologico Minerario di San Silvestro. I piani cava approvati in questi anni dal Comune prevedono la possibilità di estrarre volumi fino a oltre 8 milioni di metri cubi per un’attività che dovrebbe proseguire fino al 2018.
Eppure non sono stati realizzati gli studi e seguita la procedura per un area che dal 1995 è inserita nell’elenco di Rete Natura 2000 non è mai stata presa in considerazione alcuna valutazione d’incidenza ambientale, per analizzare gli effetti di queste attività sugli habitat e sulle specie del SIC in questione. L’attività di cava nell’area va avanti da anni ma fino al 1997 era limitata agli usi esclusivi per la Siderurgia, da quel momento viene liberalizzata la vendita e la proprietà della Società che viene ceduta dalla Lucchini ad imprese locali.
Il Comune in questi anni ha considerato non necessario seguire la procedura prevista per le aree SIC in quanto il perimetro dell’area di cava è ritagliato proprio per evitare una sovrapposizione con quello dell’area protetta. Ma come è evidente sono fortissime le ripercussioni sul sito e devono in ogni caso essere valutate secondo le procedure europee anche per i siti esterni alle attività per verificare anche la sola probabilità di incidenza significativa.
Per Legambiente - che ha presentato l’esposto in una conferenza stampa a Piombino alla quale hanno partecipato Sebastiano Venneri, Edoardo Zanchini, Sandro Luchetti della Direzione nazionale di Legambiente, Adriano Bruschi Presidente del circolo Legambiente Val di Cornia - è evidente l’incompatibilità dell’attività estrattiva con un sito di tale delicatezza ambientale e qualità paesaggistica.
Il futuro della Val di Cornia passa per una politica di valorizzazione turistica dell’area e non per lo sfruttamento scriteriato delle risorse e lo stravolgimento del paesaggio come la Cava di Campiglia sta facendo e di cui chiunque può rendersi conto guardando verso le colline. La cava è incompatibile con la stessa fruizione turistica del Parco archeologico minerario di S. Silvestro, perché sta mettendo in serio rischio non solo la tutela del territorio, ma anche l’incolumità dei cittadini e dei turisti che frequentano questi luoghi come capitato negli scorsi mesi con la conseguenza di chiudere le visite di alcune delle aree.
L’esposto verrà inviato alla Regione Toscana a cui spetta un ruolo fondamentale sia in materia di Siti di Importanza Comunitaria che di attività di escavazione.
Le cave rappresentano uno dei principali fattori di pericolo per il paesaggio toscano, oggi sono circa 170 le cave attive in Toscana e oltre mille quella abbandonate. Siamo seriamente preoccupati che il nuovo Piano cave di prossima approvazione da parte del Consiglio regionale dia il la a un’ulteriore espansione delle escavazioni nel territorio. Legambiente chiede alla Regione di bloccare le attività di escavazione a Campiglia con il recupero ambientale delle aree e di aprire un confronto pubblico sul nuovo Piano cave regionale.
Copia dell’esposto verrà inviata anche alla magistratura per informarla dei fatti e perché verifichi che non vi siano state violazioni di legge.
L’attuale Presidente della Società Cave di Campiglia è stato Sindaco di Campiglia fino al 1999.