Firenze 17.03.2009.- Uscire dalla crisi investendo nella conoscenza, questa in estrema sintesi la richiesta alla base dell'iniziativa dello sciopero generale del settore nel cui ambito si colloca la manifestazione toscana. Sindacato e lavoratori pongono con lo sciopero come questioni prioritarie, l'immediato ripristino delle risorse tagliate con la legge 133/08, la necessità di mettere in campo un vero progetto riformatore che integri le politiche in tutti i comparti della conoscenza pubblica, la conferma della centralità del contratto nazionale e la tutela del diritto alla contrattazione, a partire dal rinnovo del Ccnl Afam fermo da oltre 36 mesi.
Domani l'appuntamento è alle 9.30 al concentramento in piazza San Marco a Firenze,
da lì i manifestanti in corteo attraverseranno via Martelli, piazza Duomo (lato via dei Servi), via del Proconsolo, via Ghibellina, via Verdi, per confluire per i comizi conclusivi in piazza Santa Croce.
Previsti interventi in prevalenza di lavoratori precari e le conclusioni del segretario generale Cgil Toscana Alessio Gramolati. Tutti i settori della conoscenza scioperano per protestare contro la Legge 133/08 e la Legge Finanziaria 2009 che hanno previsto insostenibili tagli al sistema dell’istruzione e della formazione. Il 4 aprile si terrà una grande manifestazione nazionale a Roma per dire no e proporre un’Italia diversa e possibile.
"I provvedimenti del Governo cancellano la contrattazione e i diritti del lavoro nei nostri comparti -si legge in un documento della FLC CGIL Toscana- per lasciare il posto al potere unilaterale del Governo su reclutamento, carriere, salario, organizzazione del lavoro, provvedimenti disciplinari.
L’accordo separato del 30 ottobre sul protocollo per il pubblico impiego e quello del 22 gennaio sul modello contrattuale vanno esattamente in questa direzione: i contratti del secondo biennio, una manciata di spiccioli concessi dal Governo, sono l’anticipazione dei futuri contratti nazionali. La grande partecipazione ai referendum e l'esito del voto certificato nella consultazione della scuola, con il 95 per cento di NO, conferma e rafforza il giudizio negativo della FLC su quelle intese".