Appello a tutte le forze democratiche Le recenti dichiarazioni di esponenti politici e del mondo religioso suscitano gravi preoccupazioni per la leggerezza e l'approssimazione con cui si sono ignorati i fondamenti della nostra democrazia. L'arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori ha criticato con toni aspri e ultimativi la decisione del Consiglio comunale di Firenze di conferire la cittadinanza onoraria a Beppino Englaro, cittadino che nella lunga sofferenza della sua famiglia ha lottato con gli strumenti del diritto per l'affermazione dei principi di libertà e dignità della persona contenuti negli art.
2 e 32 della Costituzione. Si tratta di una inaccettabile ingerenza del potere ecclesiastico nell'attività di una istituzione elettiva dello Stato che deve essere respinta senza esitazioni. A sua volta il Presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi ha dichiarato di sognare di riscrivere la Costituzione a partire dai suoi principi fondamentali, espressione poi condita con riferimenti all'art. 1, ai diritti dei lavoratori, alla tutela dell'ambiente, alle confessioni religiose e molto altro. Vogliamo ricordare, come cittadini che non intendono rinunciare ai principi e alle coordinate essenziali della democrazia nata dalla liberazione dalla dittatura fascista e dall'occupazione nazista, che i principi supremi della Costituzione espressi rispettivamente nei Principi fondamentali (artt.
1-12) e in tutta la sua Prima parte (artt. 1-54), di cui si prevede l'attuazione negli istituti della seconda parte (artt. 55 - 139), sono immodificabili nel loro nucleo essenziale, come affermano i nostri migliori costituzionalisti e numerose sentenze della Corte costituzionale (ad esempio la n. 1146 del 1988). Gli interventi di Betori e Renzi, purtroppo non isolati, confermano che l'attuale fase di indifferenza o aperta avversione ai principii che si registra in minoritari segmenti della società trova purtroppo origine e legittimazione "culturale" nell'opera diseducativa di parte del ceto politico che ossessivamente da oltre un ventennio parla di "revisione" e "aggiornamento" della Seconda parte della Costituzione (spesso addirittura con la riserva mentale di riscrivere integralmente la Carta con un'assemblea costituente), come se non vi fossero anche lì principii immodificabili e che caratterizzano la nostra democrazia: basti pensare all'indipendenza del Pubblico ministero dal potere esecutivo o alla centralità del parlamento e ai diritti delle minoranze, principii che non sono espliciti nella Prima parte, ma che se cancellati ci restituirebbero un regime illiberale. Ribadiamo però che anzitutto i principi fondamentali della Carta del '48 sono intangibili, anche se compatibili con diverse modalità di attuazione.
E che un sessantennio di vita repubblicana, di legislazione e di sentenze della Corte costituzionale hanno dimostrato come i primi undici articoli, come del resto tutta la Prima parte (artt. 1-54 Cost.) esprimono in modo chiaro, comprensibile ai più ed efficace norme e principi in grado di resistere al trascorrere dei decenni e al mutare delle condizioni materiali, culturali e tecnologiche del nostro Paese. La generica e dilettantesca proposta di aggiornamento della Costituzione, al pari delle accuse di vetustà, sono da respingere in blocco perché contengono entrambe echi di nuovismo demagogico e irresponsabile. Invitiamo pertanto tutti i cittadini, le mille realtà associative e le forze democratiche a respingere con fermezza gli strumentali attacchi alla Costituzione e ad impegnarsi con urgenza, in tutte le sedi istituzionali e nella società, nella scuola e nell'informazione, a trovare modi di valorizzazione e di opportuno rilancio della cultura e dell'attuazione della Costituzione in tutte le sue parti, nei suoi principi fondamentali e, in questo contesto di crisi economica, sociale e democratica, nelle sue illuminanti previsioni in tema di rapporti economici e sociali. Il Comitato fiorentino per la difesa della Costituzione Per adesioni e commenti: info@firenzeperlacostituzione.it