Al Cinema Vacci Tu - Mar Nero, l'odissea di due donne da Gavinana al Danubio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 febbraio 2009 12:15
Al Cinema Vacci Tu - Mar Nero, l'odissea di due donne da Gavinana al Danubio

Mar Nero - Un film di Federico Bondi. Con Ilaria Occhini, Dorotheea Petre, Corso Salani, Vlad Ivanov, Maia Morgenstern, Theodor Danetti, Vincenzo Versari, Giuliana Colzi, Alessandra Bedino, Marius Szilagiy. Genere Drammatico, colore 95 minuti. - Produzione Italia, Francia, Romania 2008.
Dopo l’incetta di premi al Festival di Locarno (Pardo come migliore attrice alla Occhini , premio giuria ecumenica e premio della giuria Giovani ) e al Villerupt film festival (ancora premio dei giovani, e premio come miglior film ) giunge finalmente nelle sale il film d’esordio di Federico Bondi , giovane autore fiorentino che è anche autore dello script insieme ad Ugo Chiti. Gemma Pratesi (la Occhini), anziana vedova, deve forzosamente accettare il trasferimento a Trieste del figlio Enrico (Salani) che, per non lasciarla sola, la affida ad una giovane appena giunta in Italia per farle da badante, la parrucchiera rumena Angela (Dorotheea Petre) .

Ma Gemma, arrabbiata per l’abbandono ( del figlio e del marito morto di recente), chiusa e piena di pregiudizi (per tutta la prima parte del film chiama la ragazza col nome della precedente badante , licenziata perché “ se n’approfittava” ) rende difficile l’ambientamento della giovane, che neanche sa una parola di italiano.
Ma Angela sopporta e arriva ad instaurare un rapporto sincero con l’anziana donna ; Gemma, per conto suo , rivede negli sforzi della ragazza per arrivare ad una condizione economica soddisfacente, il suo stesso cammino di giovane durante il Dopoguerra italiano.

Rivede nel desiderio di maternità di Angela, di “poter offrire ….tutto” al piccolo che nascerà, gli sforzi che lei stessa ha compiuto per permettere al suo Enrico di studiare. Dalla reciproca dipendenza si passa all’amicizia sincera e al rispetto, alla solidarietà femminile ; al punto che , quando il marito di Angela, Adrian, barcaiolo rumeno, non dà più notizie di lui , anche l’anziana Gemma si imbarca per Sulina per cercarlo insieme ad Angela. E sulle rive del Danubio termina la vicenda, con le due donne che hanno trovato ognuna quello che cercavano ; Angela l’amore del fedifrago marito (che sceglie di tornare da lei) , Gemma la consapevolezza di vivere pienamente quel poco che le resta ( “ io mi fo portare in Umbria….un l’ho mai vista” ).

La nave che la riporta in Italia solca il Grande Fiume ( metafora evidente) come ricorda anche la sorella di Angela che accompagna Gemma al confine : “Manca Poco”. Ma quel poco, Gemma lo vivrà da viva, pur con tutti i dolori e le delusioni della sua età.
Di attualità scottante , il film affronta la tematica della diversità che diventa fattore unificante : le due estranee , per cultura e generazione, cambiano le rispettive posizioni e si avvicinano durante il film, come forse, ancora, l’ Europa stessa non è riuscita a fare del tutto.

Bello che un film “tenda una mano” a questioni spinose come l’integrazione e il rispetto dei popoli ( “ a gennaio diventan come noi” dice un’arrabbiata Gemma in difesa di Angela alla vicina “boccalona” – riferendosi all’ingresso della Romania nella comunità europea ), pur senza affrontarle direttamente in campo “politico”, ma attraverso un film dai toni delicati e dolorosamente sinceri. Bondi dirige efficacemente il suo cast : la Occhini rischia seriamente di vincere ancora qualche altro premio, se i distributori italiani apriranno gli occhi e concederanno a questo film di essere visto come merita ; le fa eco la misurata Dorotheea Petre, ancora poco conoscita al pubblico italiano , e uno stuolo di attori secondari assolutamente magistrali, ben caratterizzati ( e ben scritti) anche se con poche scene a disposizione .

Corso Salani funziona benissimo, come Alessandra Bedino, la nuora “colpevole” di aver allontanato il figlio da lei ; curiosamente, non parla in pratica mai Vlad Ivanov, che compare nel cameo del marito di Angela ; ed è strepitoso Theodor Danetti (visto anche di recente nell’”Altra Giovinezza” di Coppola) nell’unica scena che lo vede protagonista, insieme alla Occhini, di un “dialogo” all’insegna della completa incomunicabilità linguistica. Altro cameo di valore quello di Maia Morgenstern( la Maria della “Passione” gibsoniana).


Ma Bondi parla bene anche e soprattutto attraverso le immagini, e nei movimenti di macchina, che si muove continuamente, nervosa, smarrita, per rendere giustizia all’oppressione di Gemma di vivere in spazi angusti e squallidi, sola e abbandonata con una sconosciuta ; e allo smarrimento in terra straniera di Angela, con una donna autoritaria e caparbia che sembra non volerla accogliere. Ma come già detto, il rapporto fra le due si instaura e anche i movimenti di macchina sembrano rilassarsi e concedersi pienamente allo splendore dell’ansa del Danubio nell’inquadratura finale.
Un esordio convincente quello del giovane documentarista di Firenze, un film che merita visibilità e apprezzamenti, per il coraggio produttivo e artistico dimostrato da Francesco Pamphili , che lo ha prodotto per Film Kairos.

Fra le collaborazioni di spicco, Marina Spada, regista di “Come l’Ombra” , che figura come produttrice esecutiva, e Luigi Martinucci, già direttore della fotografia di “Private” di Saverio Costanzo e “Radio West” di Valori.
Marco Cei

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