Seves: approvata mozione per mantenere l'insediamento produttivo a Firenze

Redazione Nove da Firenze
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02 febbraio 2009 23:33
Seves: approvata mozione per mantenere l'insediamento produttivo a Firenze

Firenze, 02 Febbraio 2009- Come si può pensare che questa maggioranza possa votare bilancio e piano strutturale? La seduta di oggi è iniziata con l'alzata di cresta dei partiti minori: Verdi, Comunisti Italiani, Socialisti e La Sinistra hanno fatto dichiarazioni pesantissime, ben oltre la protesta, contro la decisione, a livello nazionale dello sbarramento del 4 % per elezioni europee. Addirittura, c'è stato un esponente della maggioranza che ha lanciato bordate micidiali al PD locale accusato di "pratiche clientelari, all'inefficienza di funzionari amministrativi influenzati dal partito, a collusioni non trasparenti con poteri economici".

Infine la maggioranza ha abbandonato l'aula del consiglio comunale dopo essere stata messa in minoranza su un emendamento votato dalle opposizioni e, da parte della coalizione, sulla mozione a favore dei lavoratori della Seves.
"Il Partito Democratico in consiglio comunale ha pianto lacrime di coccodrillo in difesa degli operai. Hanno provato a fingere di tutelarli piuttosto che rimettere in discussione l'urbanizzazione dell'area di Castello". Lo ha detto il consigliere comunale Giovanni Donzelli (An-Pdl).

"Sono troppo interessati a non disturbare la grande economia e i salotti buoni - continua Donzelli - sono troppo abituati ad agevolare le trasformazioni di ex-fabbriche ed ex-capannoni in appartamenti, sono ormai più amici di costruttori e progettisti che de gli operai. Fortunatamente la crisi della maggioranza ha permesso l'approvazione di un emendamento che vincola il piano strutturale ad impedire una speculazione edilizia nell'area della Seves, nonostante il voto contrario del Partito Democratico".

"Oggi in consiglio comunale - conclude Donzelli, che sul tema aveva presentato un emendamento identico a quello approvato - è stata sventata una speculazione edilizia a Castello i cui costi sarebbero tutti ricaduti sulle spalle degli operai che avrebbero perso il posto di lavoro".
«Si tratta di un atto in cui si ribadisce l'intenzione del Consiglio comunale di salvaguardare l'insediamento produttivo sul territorio fiorentino, tutelando i posti di lavoro in una prospettiva orientata allo sviluppo e alla valorizzazione di una produzione di pregio, capace di attivare contatti positivi con realtà legate al mondo della ricerca, come chimica e ingegneria».

Lo ha detto Rosa Maria Di Giorgi, capogruppo del Partito Democratico, commentando l'approvazione, da parte del consiglio comunale della «mozione relativa alla Seves, presentata dalle commissioni lavoro e urbanistica». «Non condividiamo - ha spiegato - e, quindi, abbiamo votato contro l'emendamento proposto da Rifondazione Comunista che prevedeva il mantenimento della destinazione d'uso dell'area produttiva Seves, vincolando lo stabilimento all'interno dell'attuale localizzazione. Una forzatura, perché l'aspetto fondamentale deve essere quello di garantire investimenti produttivi nell'area fiorentina.

La previsione urbanistica deve condizionare un'eventuale dismissione dell'area del Sodo a reinvestimenti, sempre nel territorio fiorentino, in grado di garantire il mantenimento della produzione d'eccellenza e dei livelli occupazionali». «Con questo emendamento - ha sottolineato Rosa Maria Di Giorgi - le forze che avevano votato contro il piano strutturale ci hanno in pratica chiesto di mantenere le indicazioni degli spazi che erano previste dallo stesso piano, con una evidente contraddizione.

Il gruppo del PD riteneva e ritiene che la sede opportuna per verificare le previsioni urbanistiche di quella parte della città sarebbe stata la discussione per l'approvazione definitiva del nuovo piano strutturale. Un momento di sintesi in cui valutare tutte le opportunità del caso, con l'obiettivo condiviso di migliorare l'assetto urbano della città e il mantenimento dell'attività produttiva Seves nell'area fiorentina».
«Sembrano favole ma è la triste e cruda realtà -intervengono Bianca Maria Giocoli, capogruppo di Forza Italia, e Riccardo Sarra, capogruppo di Alleanza Nazionale-PdL- Oggi abbiamo assistito ad uno spettacolo indecoroso.

E poi il sindaco Domenici ha il coraggio di dire che gli esponenti del Popolo della Libertà sono 'mediocri, modesti e persino politici animali'. Oggi abbiamo provato, con il senso di responsabilità che ci contraddistingue dall'inizio del mandato, a chiedere di votare gli atti all'ordine del giorno tra i quali la delibera sul nuovo teatro della musica la cui prima pietra è stata posata giovedì senza il supporto di atti amministrativi. Ma così non è stato. E pensare che solo una settimana fa il sindaco Domenici, riapparendo in consiglio comunale aveva 'proclamato' di poter contare su una maggioranza coesa e compatta di trenta consiglieri.

Oggi ne aveva quattordici. Ovvero meno della metà».
«L'unico atto approvato nella seduta odierna del consiglio comunale è stata la mozione sulla Seves, con l'emendamento proposto dal nostro gruppo -interviene Anna Nocentini, capogruppo di Rifondazione Comunista- La protesta per l'inciucio Partito Democratico-Popolo della Libertà sullo sbarramento al 4% per le elezioni europee è stata sospesa per questo unico atto la cui urgenza è legata all'inizio della cassa integrazione per 110 lavoratori.

L'emendamento pone un impegno per il futuro, comunque vada, la vicenda del piano strutturale: la destinazione dei quell'area deve rimanere produttiva, non disponibile per le speculazioni immobiliari. Contrario all'emendamento solo il PD, subalterno nei confronti dei forti e legato ad un'idea di sviluppo sempre dipendente dalla rendita immobiliare. Non viene introdotto alcun veto alle delocalizzazione nell'area metropolitana, se e quando l'azienda volesse concretamente procedere all'ampliamento. Allo stesso tempo, viene mandato un messaggio chiaro all'azienda: non si può sostituire l'attività produttiva con la rendita immobiliare.

Il Partito Democratico, abbandonato dai partiti della coalizione, non fa tesoro delle drammatiche esperienze in cui le aziende hanno delocalizzato a migliaia di chilometri di distanza dopo aver depredato il territorio per la debolezza delle amministrazioni locali e licenziato i lavoratori. C'è da chiedersi cosa ci sia dietro il manifesto che troneggia nelle ultime uscite del loro segretario nazionale inneggiante ad un new deal dell'ambiente».

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