Reduce da uno strepitoso successo nella scorsa stagione dove è risultato lo spettacolo record campione di incassi, sarà LO SCHIACCIANOCI, presentato da Luciano Carratoni, ad inaugurare sabato 17 gennaio alle ore 21 la Stagione di Danza 2009 del Teatro di Pisa, firmata nella direzione artistica da Silvano Patacca.
Lo Schiaccianoci, per la sua ambientazione, è da sempre considerato lo spettacolo natalizio per eccellenza. Ma, al di là dell’apparenza consolatoria e natalizia è un dramma a doppia lettura per bambini e per adulti, condotto sulle note musicali di Petr Il’ic Cajkovskij.
Indipendentemente dalla lettura che del racconto ne è stata fatta nelle diverse interpretazioni di danza, lo Schiaccianoci è da sempre considerato un best-seller, come sostiene Mario Pasi, “sia che vi si privilegi l’aspetto favolistico - che in realtà non di favola si tratta ma di racconto morale travestito da fiaba-, sia che si legga come una storia vera - e in questo caso ci aiuta la psicanalisi – in cui Maria esce dal tunnel dell’infanzia e della paura, esce dal dominio dei genitori e affronta con animo fatato la vita”.
Sul palcoscenico del Verdi una versione che trasforma la storia in un moderno incubo noir da videogame del ventunesimo secolo dedicata alla tragedia dell’infanzia, al difficoltoso abbandono del mondo dei giochi e delle sicurezze: la nuova elaborazione drammaturgica del libretto firmata da Riccardo Reim è una fiaba emblematica del nostro secolo magistralmente coreografata da Mario Piazza e interpretata dal Balletto di Roma, una delle più importanti realtà del nostro paese sotto la direzione artistica di Walter Zappolini.
Andrè De La Roche, l’eclettico ballerino corso-vietnamita di adozione americana, impreziosisce la fiaba danzata interpretando il duplice ruolo di Schiaccianoci/Fata Confetto.
Adottando l’andamento e gli espedienti del thriller e coniugandoli con il linguaggio della danza contemporanea, l’autore trasforma questo balletto e la sua dilatazione mostruosa della dimensione domestica, le sue mini-battaglie, la violenza e l’orrore, in una narrazione attuale, uno specchio fedele delle generazioni odierne, precocemente private del diritto all’innocenza dall’informazione ossessiva dei media che hanno ormai trasformato la guerra e ogni altra violenza in spettacolo da guardare con distratta indifferenza in qualsiasi momento della giornata.
Passando di spavento in spavento, Clara, novella Alice, si desterà quando ormai l’incubo sembrerà averla schiacciarla per sempre: ritroverà i suoi cari, ma vedendoli ormai con occhi diversi; gli occhi di chi comincia a comprendere che da quegli affetti bisognerà imparare a distaccarsi per affrontare lo spinoso cammino degli adulti, alla conquista della propria porzione di felicità. Il tutto narrato secondo le regole e i tranelli dei nuovi giochi tecnologici: il sogno si sfrangia nell’incubo di un atroce videogame che ingloba e imprigiona la protagonista, annullando ogni confine tra reale e virtuale.
Lo spettacolo, cupamente visionario, ricco di fascino e di emozioni, è così ambientato in una atmosfera che ha un “non so che” di cibernetico, colori metallici, tv sulle quali vengono proiettate immagini alla velocità spasmodica dei videogame.
Spari, esplosioni, un bombardamento. Fritz e Clara bisticciano per il comando dei canali, le televisioni si accendono e si spengono, l’albero di Natale c’è, ma è solo un’idea data dalle luci posizionate ad arte: tutto è narrato secondo le regole e i tranelli dei nuovi giochi tecnologici in questa trasposizione che comunque chi conosce la versione classica non farà fatica a rileggere.
Scene e costumi disegnati da Giuseppina Maurizi, light designer Emanuele De Maria.