Livorno, 9 Dicembre 2008- A novembre la Guardia di Finanza di Livorno aveva sequestrato un'area di 9 mila metri quadri adibita da un'azienda a discarica abusiva di rifiuti industriali. I rifiuti speciali, classificati in parte come "pericolosi" dalla vigente normativa ambientale, erano stati rinvenuti a cielo aperto e direttamente sul terreno. Oggi i Carabinieri del NOE di Grosseto, in esecuzione di specifico decreto emesso dal GIP del Tribunale di Livorno, su richiesta del PM, hanno proceduto al sequestro di una vasca di colmata del porto livornese.
Nell’area, 300mila metri quadri circa, gli inquirenti ipotizzano che siano stati stoccati fanghi di dragaggio superiori per quantità ai limiti consentiti, trattati in modo difforme dal previsto e qualitativamente dannosi in quanto ad alta concentrazione di idrocarburi pesanti.
Una Commissione speciale di inchiesta sul sospetto stoccaggio abusivo di rifiuti speciali anche pericolosi nel porto di Livorno e una raffica di interrogazioni urgenti sia in Comune di Livorno che in Regione Toscana volte ad accertare fatti e responsabilità.
Queste le iniziative prese dal Consigliere comunale e regionale di Alleanza Nazionale Marcella Amadio questa mattina, appena appresa la notizia. «Da parte mia – afferma Amadio – non posso che ringraziare per l’operazione effettuata il Noe e la magistratura. Tuttavia, al di là dei fatti di rilievo penale su cui faranno chiarezza i giudici, rimane grave sconcerto per il dato politico dal momento che, oltre ai responsabili della società concessionaria dell’area demaniale marittima, risultano indagati anche funzionari dell’Autorità Portuale ritenuti tra l’altro responsabili di irregolarità nelle autorizzazioni alla messa in riserva di questi rifiuti speciali.
Per questo, oltre ad aver predisposto i dovuti atti istituzionali in forma di interrogazioni urgenti rivolte una al Sindaco di Livorno e una al governatore toscano Martini, chiedo alla Regione che sia istituita una Commissione speciale d’inchiesta per fare piena luce sulla vicenda». Ma nell’immediato Amadio pretende chiarezza da parte del Presidente dell’Autorità portuale Piccini: «Anche considerato il binomio inscindibile che esiste tra la città e il porto di Livorno – dichiara – trovo che i cittadini abbiano tutto il diritto di sapere cosa sia finora accaduto nell’area sottoposta a sequestro.
Chiedo che Piccini dia subito conto della situazione alla cittadinanza tutta». Questo anche perché, osserva Amadio, la tipologia degli inquinanti di cui i fanghi di dragaggio stoccati sono carichi non è affatto rassicurante: «Le ricerche di settore dimostrano che gli idrocarburi pesanti sono altamente tossici e cancerogeni. Stando così le cose, anche per la sicurezza della cittadinanza auspico, che venga fatta chiarezza sui contorni della vicenda in tempi brevi».