Firenze 25 novembre 2008- Bilancio positivo per la prima iniziativa italiana di verifica e mediazione culturale a bordo dei bus: il progetto Ataf che ha coinvolto dodici cittadini stranieri, affiancati ai controllori dell’azienda nei mesi di agosto e settembre, ha prodotto ottimi risultati. Il buon lavoro di mediazione svolto dai collaboratori egiziani, congolesi e senegalesi sui mezzi Ataf è testimoniato dai numeri. I verbali pagati immediatamente sono stati 1.236 rispetto ai 442 del bimestre agosto-settembre 2007, ed è salito dall’8% al 12 %, sul totale delle multe fatte, il numero di multe pagate subito.
Con l’attività svolta dai verificatori/mediatori culturali gli introiti per l’azienda sono cresciuti di oltre 42mila euro. E’ aumentato (da 2.043 a 3.148, +54%) il numero dei passeggeri sprovvisti di titolo di viaggio che hanno mostrato il documento d’identità ai verificatori ed è contemporaneamente calato il numero dei verbali “inesigibili”, sul totale dei verbali emessi, dal 59% al 49%.
Positivo, infine, anche il dato sulla vendita di biglietti a bordo che nel periodo di attività dei mediatori stranieri sono saliti a 93.970 rispetto agli 81.922 dello stesso periodo 2007: per Ataf questo significa +15% di vendite, pari a 24mila euro di maggiori introiti.
A fronte di tali risultati, pochissime le difficoltà: nessun reclamo da parte dei viaggiatori che hanno accettato di buon grado l’iniziativa, apprezzando la professionalità che i mediatori hanno dimostrato anche grazie alla formazione specifica ricevuta in Ataf. “E’ stato pienamente centrato l’obiettivo del progetto, ovvero educare al rispetto delle regole gli utenti del bus, superando gli eventuali ostacoli di natura linguistica o culturale – dice la presidente di Ataf, Maria Capezzuoli – I verificatori stranieri hanno svolto il loro lavoro di mediazione con professionalità e cortesia, spiegando ai passeggeri che viaggiare senza biglietto è un reato e che a bordo dei bus le regole sono le stesse per tutti.
I risultati ottenuti dimostrano con chiarezza che, se vengono adeguatamente informati, tutti gli utenti rispettano le regole. Visto il bilancio confortante della sperimentazione, Ataf si impegnerà per riproporre il servizio, migliorandolo e intensificandolo”. “Questa iniziativa, insieme a quella che ha visto i mediatori culturali nelle strade del centro storico, rappresenta un’esperienza positiva e un esempio da ripetere – commenta l’assessore alla sicurezza e vivibilità urbana Graziano Cioni –.
Si tratta infatti di progetti che, grazie al dialogo e alla mediazione, hanno favorito la maggiore integrazione delle persone straniere che vivono e lavorano nella nostra città. Una integrazione che parte dalla conoscenza e dal rispetto delle regole. I mediatori culturali hanno infatti spiegato agli stranieri le norme e i comportamenti sbagliati direttamente nella loro lingua superando un ostacolo spesso insormontabile”. L’assessore Cioni ricorda poi che gli immigrati rappresentano una ricchezza per Firenze.
“Sono ormai 30.000, pari al 10%, dei residenti e se andiamo nelle scuole la percentuale sale al 15%. Si tratta di persone che lavorano e che danno un contributo fondamentale soprattutto in alcuni settori dell’economia e della vita cittadina. Gli immigrati sono persone oneste che arrivano perché vogliono lavorare e vivere nella nostra società ma che spesso trovano difficoltà: noi dobbiamo dare loro una risposta, inserendola nel circuito dell’accoglienza e dell’integrazione. Infine per chi, una minoranza, arriva qui per svolgere attività illegali, dobbiamo continuare con il contrasto e la repressione”.
La sperimentazione è stata effettuata negli scorsi mesi di agosto e settembre, in tutti i giorni feriali e festivi e principalmente nell’orario compreso fra le ore 18,00 e le ore 24,00 quando erano in servizio due squadre “speciali” composte ciascuna da un verificatore Ataf e da due mediatori culturali.
Il bilancio della sperimentazione mostra che la presenza dei mediatori/verificatori è riuscita ad andare oltre le aspettative iniziali: un maggior rispetto delle regole è stato infatti mostrato da tutti gli utenti del servizio di trasporto pubblico, a prescindere dalla nazionalità.