I nodi da sciogliere per realizzare il nuovo stadio a Castello sono tanti: i rapporti con i comuni limitrofi, le conseguenze sullo sviluppo dell'aeroporto, il destino del Franchi, il parco nell'area di Castello, la destinazione degli uffici della Regione e dei distretti scolastici, la proprietà dello stadio e delle altre realizzazioni previste dal piano dei Della Valle. Lunedì la giunta comunale ha stabilito soltanto che dal Campo Di Marte si potrebbero spostare le attività legate al calcio e che l'area di Castello potrebbe anche ospitare uno stadio.
Fino a qualche anno fa lo stadio non era un problema eccessivo: 15 partite di campionato alla domenica, qualche partita di coppa (o nazionale o europea, qualche amichevole).
Inoltre le tifoserie non creavano eccessivi problemi: ancora o nei primi anni '70 in curva Fiesole potevano prendere posto i tifosi juventini.
Adesso le partite di campionato sono diventate 19. E tra anticipi, posticipi, turni infrasettimanali, coppe italiana e coppe europee, la percentuale di incontri che non si disputano nel tradizionale orario pomeridiano domenicale è molto alta. Peraltro tornelli e altre predisposizioni di legge aumentano le servitù a cui sono sottoposti gli abitanti.
Inoltre la posizione dello stadio fa sì che nei turni infrasettimanali e al sabato le ripercussioni sul già difficile del traffico cittadino siano enormi.
Del resto accanto allo stadio c'era anche lo scalo merci, attivo fino a non molti anni fa.
Quindi, vista con gli occhi del presente, l'errore fu doppio e, probabilmente, involontario: queste scelte furono fatte senza poter prevedere l'enorme espansione della città nel dopoguerra, né l'ascesa del traffico privato.
Attualmente Campo di Marte è la zona meno accessibile da fuori Firenze. In altre parole se si dovesse costruire uno stadio oggi, nessuno ne proporrebbe una simile collocazione (ammesso di averci lo spazio...).
Per questi motivi, la necessità di spostare da lì le principali funzioni appare come una ineludibile necessità, ma è altresì vero che, in un momento di estrema ristrettezza dei fondi, impiegare soldi pubblici per uno stadio nuovo sarebbe sbagliato: tagliare per questo gli asili nido o altri servizi è assurdo ed insensato.
E allora: se un privato si offre di realizzare una struttura del genere ben venga, tantopiù che il Franchi avrebbe bisogno pure di costose ristrutturazioni per proseguire l'attività e non si deve sperare nei fondi pubblici per la (eventuale) assegnazione all'Italia dei Campionati Europei di calcio del 2016.
Nella collocazione del nuovo stadio occorre far presente come l'aspetto della logistica sia fondamentale: occorre dare ai frequentatori un sistema rapido di trasporto che consenta loro di lasciare a casa auto e moto.
I grandi eventi di massa (partite, concerti etc etc) sono poco "ecosostenibili": vi partecipano decine di migliaia di persone che vi si recano soprattutto in macchina.
Lo stadio a Castello potrebbe significare anche la creazione di una struttura più “ecosostenibile”, in cui la maggior parte degli spettatori vi arriva comodamente e velocemente da tutta la città e dai dintorni su rotaia, inquinando poco, e senza stare in coda per strada (o cercare il parcheggio) con l'automobile
Per convincere il pubblico ad usare il mezzo pubblico occorre soprattutto agire sulla velocità del mezzo: il traffico quotidiano a Firenze è dovuto sì a chi prende l'auto per fare pochi metri e da quelli che non prenderanno mai l'autobus (per una struttura mentale oggi superata dai fatti ma purtroppo esistente), ma anche da chi prenderebbe più volentieri il mezzo pubblico ma gli è difficile per il tempo che ci impiegherebbe.
Quindi la collocazione ideale di un nuovo stadio è lungo una ferrovia, possibilmente nei pressi di una fermata esistente.
Castello da questo punto di vista è eccezionale perchè vi si arriva da tutte le direzioni: Pontassieve – Campo di Marte, Pistoia – Prato, Santa Maria Novella e anche, sia pure con un eventuale servizio dedicato, da Empoli e Le Signe.
Inoltre ha molti binari e questo consentirebbe di non spostare eventuali treni speciali, che se in eccesso, comunque, potrebbero al limite essere portati al vicino impianto dell'Osmannoro. In più, se Trentialia potesse ricominciare la programmazione di treni speciali dedicati, ai tifosi ospiti sarebbe evitato il passaggio in quartieri cittadini (specialmente per certe tifoserie sarebbe opportuno).
Un'altra possibilità sarebbe offerta dal ventilato prolungamento della tramvia dall'aeroporto al polo scientifico: il nuovo stadio sarebbe comodamente raggiungibile anche da zone non servite dal sistema ferroviario (Isolotto – Scandicci e Novoli).
Ecco come il nuovo stadio potrebbe essere finalmente l'occasione per pubblicizzare (e integrare nella realtà delle linee ATAF) un sistema di trasporto che sarebbe davvero eccellente come il passante ferroviario fiorentino: avete fretta? Con i treni potete andare da Campo di Marte a Castello in 15 minuti, per esempio.
O fino a Sesto in 22. Tempi assolutamente competitivi con quelli del mezzo privato. Si dice che nello scorso campionato Bobo Vieri da Prato arrivasse a Campo di Marte per gli allenamenti in treno, asserendo che ci metteva meno e che si stressava meno.
Peccato che ancora il sistema degli autobus e quello dei treni siano praticamente scollegati fra loro e quindi in molti casi non sapreste come arrivare alla stazione di partenza e come partire da quella di arrivo....
Una puntualizzazione finale per quanto riguarda il Franchi, che a questo punto sarà decisamente sottoutilizzato.
C'è la proprosta di utilizzarlo per il rugby e per i concerti. Bene. Le potenzialità sarebbero enormi: qualsiasi artista mondiale avrebbe la possibilità di suonare a Firenze, nello stadio liberato da altre funzioni. Però per i concerti bisogna puntualizzare che il bacino di utenza sarà – quantomeno – regionale (e se di tournee internazionali con poche date in Italia addirittura a scala nazionale). E quindi andranno studiate le idonee contromisure per evitare gli ingorghi come quello della scorsa primavera per il concerto di Vasco Rossi.
Per vietare (o, almeno, scoraggiare) l'arrivo in auto privata, si potrebbe comprendere nel prezzo del biglietto il trasporto pubblico su bus o su ferro a partire da parcheggi vicini alle stazioni e ai caselli autostradali o un pacchetto che contenga oltre al biglietto del concerto quello ferroviario dalla propria città di residenza ed anche dei centri di accoglienza per chi volesse rimanere a dormire campeggiando.
In questo modo, avendo una struttura dedicata e attrezzata, Firenze potrebbe aspirare a diventare la città italiana per i grandi concerti rock, e, soprattutto, sarebbe la prima ad attrezzarsi per renderli "ecosostenibili".
di Aldo Piombino