Firenze 6 ottobre 2008- “Mantenere l'attuale 'spezzatino' di aziende e bacini sarebbe deleterio per il futuro del trasporto pubblico: la frammentazione degli operatori che agiscono su bacini di dimensioni ridotte impedisce di individuare quelle economia di scala che sono invece necessarie per garantire un livello di servizio adeguato e per soddisfare il diritto alla mobilità dei cittadini”. Così la presidente di Ataf, Maria Capezzuoli, durante il suo intervento al convegno “Una sola azienda” organizzato dalla Filt Cgil.
“Anche l'ambito costituito dagli 11 Comuni dell'ara fiorentina è asfittico e non consente di risolvere il problema: deve essere individuata un'area vasta metropolitana nella quale programmare una rete più adeguata alle rinnovate esigenze degli utenti. Affinché la gestione del servizio di pubblico trasporto diventi sostenibile sotto il profilo industriale, economico e finanziario, serve un chilometraggio minimo di 52 milioni di chilometri, sostanzialmente pari alle province di Firenze, Prato e Pistoia”.
Altrettanto basilare è l'avvio di un processo di integrazione fra le diverse aziende attualmente impegnate nella gestione del servizio di Tpl, per dar vita ad un gestore forte che garantisca efficacia ed efficienza nel governo di un sistema “necessariamente integrato”. Allargamento del bacino e processi di aggregazione industriale sono le due condizioni indispensabili per consentire alle aziende di reggere il mercato. “Fondamentale è anche la questione delle risorse a sostegno del Tpl. Le aziende devono avviare processi di semplificazione e integrazione per trovare la dimensione adeguata ad agire su un bacino ampio – ha detto la Presidente di Ataf – ma anche le istituzioni devono fare la loro parte: Comuni, Province e Regione devono individuare il servizio minimo da erogare e le risorse necessarie per sostenere una trasformazione del sistema che non può essere ulteriormente differita”.
“I sindacati sono chiamati a concorrere ad un cambiamento necessario per rendere flessibile e sostenibile il sistema, a scommettere su una grande azienda e un grande bacino. In questo momento, l'unificazione dei contratti del pubblico trasporto non è sostenibile perché comporta un aumento dei costi per il personale del 25%”. “Mi auguro – ha concluso Maria Capezzuoli - che stavolta il dibattito non si esaurisca al termine della campagna elettorale. Il tempo per tergiversare è finito, adesso è il momento di decidere.
Ataf non può più attendere, ha bisogno di scelte che rendano possibile la costruzione di quelle alleanze che sono assolutamente indispensabili per affrontare il futuro e reggere il mercato”.