Il volume individua gli spostamenti avvenuti dal Quattrocento alla fine dell’Ottocento dei vetrai originari di Montaione, e più genericamente della Valdelsa, in aree dedite alla produzione del vetro spesso distanti come Milano, Ferrara, Bologna, oltre ai più naturali sbocchi verso Firenze e Pisa, dove furono avviate fiorenti attività in grado di sperimentare e mettere in atto le tecniche più avanzate. A tal proposito oltre le più note figure del maestro Nicholaio di Ghino da Gambassi e di Becuccio “bicchieraio”, responsabili di avviate fornaci a Firenze, sono emersi personaggi come Giovanni da Montaione, attivo a Milano e in altri centri lombardi, e di Baldino, maestro vetraio a capo di una vetreria di Ferrara, che furono in grado di competere con le locali e concorrenti officine condotte da vetrai muranesi, a conferma della perfezione esecutiva raggiunta.
La suddivisione del volume in quattro capitoli ha consentito di tracciare un quadro complessivo degli avvenimenti connessi al vetro, tra il costante aggiornamento tecnologico e l’adeguamento con quanto accadeva nel settore della cultura artistica.
Il volume pone in evidenza come la Toscana abbia svolto, nel corso dei secoli, un ruolo non secondario nel panorama della produzione vetraria italiana, tanto che si può ormai affermare che la produzione vetraia valdelsana, sia stata in grado di affermare una propria e autonoma rilevanza, capace di competere con realtà avanzate come quelle di Venezia e di Altare.