15 novembre 2008- “Ho fatto quello che fa il noir e cioè mettere in scena i comportamenti delle persone. Se questo ha incrinato il mito degli italiani brava gente, vuol dire che si tratta di un mito vero solo a metà”. Così lo scrittore Carlo Lucarelli, ospite a Siena della rassegna culturale “Alla ricerca del Buon Governo, virtù politiche e bene comune”, risponde alla domanda sul rapporto tra colonialismo italiano e magnanimità, tema di questa seconda edizione. E lo fa partendo dal suo ultimo successo editoriale L’ottava vibrazione (Einaudi) che egli stesso definisce “una storia italiana”.
“Avevo voglia di raccontare una storia avventurosa, esotica che avesse però qualcosa di torbido e contraddittorio, un lato oscuro. E volevo soprattutto che fosse una storia mia, una storia di italianità. Così nel leggere memoriali e documenti, ho scoperto che l’esploratore Vittorio Bottego a cui è dedicata una piazza a Parma proprio davanti casa mia, non ha niente da invidiare al generale Caster”. Teatro del romanzo di Lucarelli l’esperienza coloniale italiana. Nel libro, infatti. siamo a Massaua, Eritrea, nel gennaio del 1896.
Sbarcano le truppe italiane. Sono i soldati che tra sessanta giorni moriranno ad Adua, nella piú colossale disfatta che il colonialismo europeo abbia mai subito. “Nel raccontare questa storia mi sono accorto che non era passata. Ho trovato corrispondenze forti tra chi gridava "Viva Menelik!" e chi urla "Dieci, cento, mille Nassiriya" ha detto Lucarelli. Con lui Gianfranco Manfredi, autore di “Volto nascosto” edito dalla Sergio Bonelli. E’ un fumetto storico che documenta la stessa breve e disastrosa prima avventura coloniale italiana che sfociò nelle debacle di Amba Alagi, Macallè e Adua, e di cui è protagonista un eroe anonimo, che indossa una maschera.
Manfredi spiega così le ragioni di questa scelta: “Io appartengo alla generazione che ha messo sulle magliette il volto di Che Guevara e che non capisce il fascino esercitato da uno come Bin Laden che dovrebbe essere un enigma anche per la cultura islamica. Oggi credo che il personalismo ci distolga del fatto che le vere lotte di popolo sono anonime e non hanno bisogno di eroi”. “Alla ricerca del Buon Governo, virtù politiche e bene comune”, organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Siena e realizzata con il contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, si concluderà domani, domenica 16 novembre.
Ad aprire l’ultima giornata all’insegna del “Buon Governo” sarà Tzvetan Todorov che alle 11 nella Sala San Pio al Santa Maria della Scala terrà la lectio magistralis “La memoria come rimedio al male”. Sarà l’occasione per riflettere sull’uso della memoria, proposta come rimedio al male, invece che come strumento per la sua rinascita continua.
Alle 16 e alle 18 lo spettacolo della Compagnia Pupi di Stac, “Giovannin senza paura” intratterrà il pubblico più giovane, mentre al Cinema Nuovo Pendola alle 16 sarà proiettata l’edizione del Maggio Fiorentino de “Il ratto del Serraglio” di W.
A. Mozart, diretto dal Maestro indiano Zubin Metha.
Infine, al Teatro dei Rozzi alle 21, “Alla ricerca del Buon Governo” si concluderà con lo spettacolo di danza di e con Vladimir Derevianko, “Nobile d’animo”. L’attuale Direttore artistico del Maggio Danza offrirà al pubblico una serata unica ed originale attraverso la scelta di brani coreografici appartenenti al repertorio del balletto classico e contemporaneo ed uniti dal tema della Magnanimità.
Per gli spettacoli call center 0577 292615.
Per gli incontri ingresso libero.