Nove anni fa moriva il grande presidente del Pisa Romeo Anconetani, patron nerazzurro che dal 1978-'79 e fino al 1993-'94 regalò a tutta la città gioie e dolori sportivi. Sotto la guida del 'grande Romeo' il Pisa ritrovò la serie A, fece l'altalena con la B, dimenticò la serie C, vinse due Mitropa Cup, arrivò fino alla semifinale della Coppa Italia dove si arrese solo al grande Napoli di Maradona e Careca. Scoprì talenti per il calcio italiano e mondiale, Dunga e Simeone per fare degli esempi, e tentò anche di unire Pisa e Livorno con la pazza idea di una squadra chiamata Pisorno e con stadio da 40mila posti da costruire vicino a San Piero a Grado(Pisa).
Sarebbe stato il suo ultimo miracolo sportivo ma questa fusione non trovò mai l'approvazione delle due tifoserie rivali da sempre e il sogno della suo Pisorno sfumò definitivamente un'estate di tanti anni fa quando portò il Pisa a giocare una partita di coppa Italia a Livorno visto che all'Arena Garibaldi di Pisa erano in rifacimento le tribune. In quella serata avvennero scontri tra i tifosi del Livorno e del Pisa e Anconetani capì che il suo progetto non poteva mai prendere corpo. Ma di Romeo Anconetani, nato a Trieste il 27 ottobre 1922 e morto a Pisa il 3 novembre 1999, infinite sono le storie e le "leggende".
E' stato un dirigente sportivo e imprenditore italiano. La sua carriera come dirigente calcistico iniziò dalla squadra di Signa a livello dilettantistico. Successivamente si spostò a Prato negli anni dal 1953 al 1957 quando venne radiato per il sospetto indirizzamento di una gara. Successivamente, nel 1960 Anconetani ricevette una sorta di grazia e venne così riabilitato. Nel 1974 acquista la Lucchese, dove ricopre l'incarico di presidente sino al 1979, anno in cui acquista la società calcistica del Pisa Sporting Club (ora Pisa Calcio), portandola in pochi anni,come detto, dalla serie C alla serie A.
Grazie a questa figura, storica per Pisa e per i pisani, la società toscana raggiunse i picchi della sua storia sportiva. Si fece la fama di mangia-allenatori cacciandone 22 in 16 anni. Il presidentissimo (come veniva chiamato, non solo dai suoi tifosi, ma anche dalla stampa nazionale) era noto per il suo carattere vulcanico e lunatico ma anche per il suo intuito nell'ingaggiare giocatori semisconosciuti che sarebbero poi divenuti campioni. Leggendari furono anche i suoi riti scaramantici: celebri le scene in cui Anconetani scendeva in campo nel pre-partita, cospargendolo di sale per evitare rocambolesche sconfitte del Pisa (per una gara interna delicatissima contro il Cesena vennero addirittura cosparsi 26 kg di sale in tutto il campo) o quando portò l'intera squadra in pellegrinaggio al Santuario di Montenero. Divenne famoso anche per aver creato, da precursore degli attuali procuratori, un archivio di 5.000 pagine con i dati di un numero enorme di calciatori.
Si vide affibbiare il soprannome di "Mister 5%" per via di alcuni fortunosi trasferimenti in epoca pisana: Berggreen acquistato in Danimarca per 270 milioni di lire fu rivenduto alla Roma per 4 miliardi, Kieft pagato 760 milioni al momento di trasferirsi al Torino venne pagato 5 miliardi. Anche Dunga fu un affare, anche se in tono minore: acquisto a 700 milioni e rivendita alla Fiorentina ad un miliardo per un guadagno di trecento milioni. Romeo Anconetani lasciò il calcio nel 1994, dopo il fallimento del "suo" Pisa per un buco di 27 miliardi di lire.
Da quel momento Romeo iniziò un periodo di solitudine mediatica, abbandonato dalle istituzioni (anche se dal 1994 sino alla morte ha lavorato come osservatore del Milan), ma mai dai suoi tifosi, che lo salutarono per l'ultima volta allo stadio dopo la sua morte, nel novembre del 1999, sopraggiunta dopo una grave malattia. Pisa però, nonostante il fallimento del 1994 e la ripartenza dall'Eccellenza Toscana che segnò definitivamente la fine dell'era Anconetani, non dimenticò mai il suo amato presidente come testimonia lo stadio che porta anche il suo nome, "Arena Garibaldi - stadio Romeo Anconetani".