Firenze– Le leggi ed i regolamenti della Regione Toscana saranno motivati. In un preambolo, nei ‘visto’ e nei ‘considerato’, dovranno essere indicati il quadro giuridico di riferimento, le fasi essenziali del procedimento, le ragioni per cui i pareri obbligatori, espressi ad esempio dalle commissioni, non sono stati accolti, o lo sono stati solo in parte. Lo prevede la proposta di legge sulla qualità della normazione, licenziata all’unanimità dalla Commissione per gli adempimenti statutari, presieduta da Alessandro Antichi (FI-Pdl).
Il testo, previsto dall’articolo 39 dello Statuto, introduce così, per la prima volta in un ordinamento regionale, un principio adottato fino ad oggi soltanto a livello europeo. La qualità della normazione è uno strumento essenziale per la certezza del diritto e la legislazione regionale dovrà ispirarsi a principi di programmazione, snellezza delle procedure, semplicità e chiarezza delle norme, emanazione di testi unici. E’ prevista una manutenzione costante, per adeguarsi a disposizioni nazionali e comunitarie, oppure a sentenze della Corte costituzionale o della Corte di giustizia europea.
Viene inoltre introdotta una verifica preventiva e successiva degli effetti che la legge produce nella società. L’analisi preventiva si articolerà in una comparazione di diverse ipotesi, sui loro effetti, sulle analisi di fattibilità. Per la verifica successiva, all’interno delle leggi più importanti, saranno inserite clausole valutative, che permetteranno al Consiglio, in tempi certi, di ricevere precise informazioni, quantitative e qualitative sugli effetti prodotti nei destinatari: cittadini, pubbliche amministrazioni, operatori economici.
La Commissione per gli adempimenti statutari ha anche licenziato, sempre all’unanimità, alcune modifiche al Regolamento interno del Consiglio, che tengono conto della nuova disciplina.
“La Toscana, nella qualità della normazione, si pone ancora una volta all’avanguardia, per garantire sempre più trasparenza, al servizio dei cittadini” ha commentato il presidente della commissione. “Inserire l’obbligo di motivazione nei provvedimenti – ha aggiunto Antichi – permetterà ai cittadini di verificare le ragioni per cui una legge viene approvata e potranno giudicare meglio i contenuti dell’attività legislativa”.
(dp)