L’inceneritore di Pietrasanta sarà chiuso in anticipo di due settimane rispetto alla data che era stata prevista in precedenza. La Provincia ei Comuni della Versilia hanno ottenuto la chiusura dell'impianto per permettere una revisione totale dopo i ripetuti sforamenti. L'indagine della Procura della Repubblica di Lucca sulla falsificazione dei dati sulla diossina emessa dell'inceneritore di Pietrasanta apre uno scenario inquietante, che se reale conferma l'inadeguatezza del sistema di controlli in Toscana e la pericolosità conclamata di tali impianti per la salute dei cittadini.
L’inceneritore di Pietrasanta è stato imposto dalla Regione Toscana nel 2001. Intanto gli abitanti della zona insorgono: "Qui muoriamo tutti". Ancora una volta i toscani, denunciando i rischi insiti alla gestione inceneritorista dei rifiuti, sono arrivati prima delle amministrazioni locali preposte alla gestione dei rifiuti e alla tutela della loro salute.
La lista Unaltracittà/Unaltromondo invita le amministrazioni pubbliche, in primo luogo la Regione Toscana, a compiere un salto di qualità nella gestione del ciclo dei rifiuti.
Bene perseguire la riduzione, la raccolta differenziata, il riciclo (ma servono certamente più risorse di quante stanziate fino ad oggi), ma sono certamente maturi i tempi per esplorare nuovi percorsi capaci di valorizzare anche i rifiuti accastatati un po' ovunque nelle discariche toscane. Gli amministratori, a partire dalla Regione Toscana e a scendere, dovrebbero quindi superare quel gap culturale sul tema della gestione dei rifiuti che anima la loro azione e che li lega anacronisticamente al dogma degli inceneritori.
E' sempre più necessaria una rimodulazione dei loro programmi affinché i vecchi rifiuti vengano recuperati e i nuovi riciclati grazie alle più moderne tecnologie. E' bene muoversi perché, come dimostra la vicenda di Pietrasanta, la gestione del ciclo dei rifiuti è in mano a soggetti che non rispettano gli interessi delle comunità.