Dopo quello della Gherardesca in Borgo Pinti, un altro giardino storico viene privatizzato e stravolto. A poche centinaia di metri da Maiano, in via del Salviatino, nell’area dell’ex ospedalino Banti, già struttura pubblica ceduta a suo tempo dalla ASL. Nel novembre 2007 la piccola pineta adiacente all’edificio liberty all’interno del Parco è stata rasa al suolo. Al suo posto sono stati eseguiti vasti scavi per 7-8 metri di profondità, ancora in corso, per garage e servizi collegati ai 18 appartamenti di gran lusso da ricavarsi nella ex struttura pubblica.
Oggi grandi cumuli di terra occupano l’area, profonde escavazioni nella roccia hanno modificato definitivamente il sottosuolo. Sul cartello dei lavori uno slogan pubblicitario - “Abbiamo occupato il Salviatino!” - la dice lunga sulla nuova cultura dell’arroganza che si va affermando in assenza di qualsiasi controllo e istanza di tutela dei beni collettivi nella nostra città. Ecco cosa dice un dépliant della MediaMat la società immobiliare che gestisce l’operazione: “Il restauro, rigorosamente di tipo conservativo, riguarderà tutti gli elementi strutturali e artistici dell’immobile e interesserà il parco botanico, anch’esso sotto vincolo della Soprintendenza alle Belle arti di Firenze, che sarà riportato all’antico splendore”.
Secondo il PRG ancora vigente, si tratta di un’area di Classe 2 (aree di pertinenza e giardini di particolare interesse) cui viene riservato un destino di alienazione e privatizzazione. La Soprintendenza non ha esitato a definire Restauro conservativo del Parco ciò che in realtà è Demolizione e ricostruzione, concedendo il permesso. Ma le Norme del piano per le aree di classe 2 prescriverebbero “Sono le aree notificate e vincolate ai sensi del D. Lgs 490/99 e le pertinenze o giardini di particolare interesse storico-artistico o ambientale.
In dette aree è prescritta la conservazione e perpetuazione, anche tramite sostituzione, delle essenze vegetali esistenti. Qualsiasi intervento sulle medesime dovrà avvenire nel rispetto del Regolamento comunale per la tutela del patrimonio arboreo ed arbustivo della città”.
Al prof. Morisi, Garante Regionale per la Comunicazione nel governo del territorio della Toscana si rivolgono in proposito i Comitati dei Cittadini di Firenze: "Sono queste le legittime modificazioni dell’esistente per le quali lei ci invita tanto insistentemente a pronunciare dei SI’? Sarebbe forse una scorciatoia autoritaria pretendere che la Soprintendenza, in questo come in altri casi, sapesse dire dei NO? E’ questa la Toscana Sapiens a cui si riferisce nel suo articolo su La Repubblica di domenica 30 giugno? In quell’articolo, tra l’altro, lei affermava che si deve seppellire l’urbanistica contrattata.
Certo, professore, qui non c’è più alcuna contrattazione, c’è solo distruzione di un bene pubblico col tacito assenso dei pubblici poteri".