La sforbiciata di venti treni intercity dal 15 giugno colpendo molte stazioni toscane, principalmente Arezzo e Prato, ha già indotto i sindacati a proclamare otto ore di protesta.
Un’interpellanza urgente al Ministro delle infrastrutture, Altero Matteoli, per sapere se è vera la notizia della soppressione di 20 treni intercity ed eurocity a partire dal prossimo 15 giugno e quali iniziative intenda intraprendere per scongiurare tale soppressione e garantire il diritto alla mobilità ai cittadini ed ai pendolari interessati di diverse regioni italiane che, al pari della Toscana rischiano di essere fortemente penalizzate.
E’ quella presentata da Franco Ceccuzzi oggi, martedì 27 maggio, e firmata da quaranta deputati tra cui Rosy Bindi e Susanna Cenni. Nell’interpellanza, inoltre, si chiede al Ministro delle infratrutture “quando intende convocare il tavolo di concertazione per individuare le linee di intervento che scongiurino i tagli dei treni previsti a partire dal 15 giugno o per definire tempi e modalità con le quali le Regioni e Trenitalia saranno in grado di organizzare un’offerta alternativa agli Intercity che solo a quel punto potranno essere sostituiti”.
“L’offerta di servizi per i pendolari – si legge nell’interpellanza - è basata essenzialmente sul trasporto pubblico regionale su ferro, finanziato dalle Regioni, e dall’interazione con i treni Intercity che, sulle lunghe percorrenze di carattere interregionale, rappresentano, per altro, l’unico mezzo disponibile presso molte stazioni capoluogo di provincia o con un bacino di area vasta anch’esso interregionale; il governo deve sostenere una nuova politica industriale di Trenitalia che punti ad innalzare efficenza e qualità del servizio, ma al tempo stesso agarantire una continuità dei servizi, come gli intercity che per interi territori e milioni di cittadini rappresentano l’unico accesso alla mobilità ferroviaria”.
“Una riorganizzazione – prosegue il testo -che può contare sull’apporto organizzativo e finanziario delle regioni , che nei mesi scorsi si sono confrontate al tavolo di concertazione dal quale, per altro, Trenitalia ha ottenuto 80 milioni di euro per aggiornare i contratti con le regioni. Una gradualità dei cambiamenti da introdurre potrà avvalersi anche della disponibilità, nel breve periodo, di nuove infrastrutture dedicate esclusivamente all’Alta velocità, che consentirà di liberare binari sui quali collocare servizi regionali ed interregionali, sostitutivi degli Intercity che Trenitalia intende sopprimere; in assenza di tali servizi stazioni come Arezzo, Chiusi, Siena, Grosseto, Livorno, Massa, Prato saranno fortemente penalizzate.
La soppressione di tali treni si ripercuoterebbe inevitabilmente sulla viabilità dell’intero Centro Italia. Molte tratte e stazioni interessate dai tagli rivestono infatti in ruolo decisivo nei collegamenti nei confronti di un ampio e diversificato bacino territoriale. “La gravità e l’urgenza del problema – afferma Franco Ceccuzzi - ha reso necessario presentare un’interpellanza urgente insiema agli altri deputati toscani per chiamare entro pochi giorni il governo e richiedere quali iniziative intende prendere per scongiurare i tagli e riavviare il avolo che deve lavorare alla riorganizzazione dei servizi.
Saranno le dichiarazione del governo a farci valutare se sarà necessrio assumere altre iniziative in parlamento e nel territorio”. Qualora le dichiarazioni fossero insoddisfacenti i deputati toscani intendono presentare una risoluzione in commissione trasporti per impegnare in maniera più stringente il governo”.
"Le ferrovie non sono interessate al servizio, ma solo alla redditività economica dei treni. Vogliono più fondi per poter investire sui treni dell'alta velocità e non sono interessati al beneficio ambientale del trasporto su ferro.
Aumentare i treni da ricchi fa alzare i guadagni dei gestori ma abbassa il reddito dei pendolari e dei lavoratori". Legambiente Toscana commenta così i tagli a numerosi intercity che nonostante il piano alternativo predisposto dalla Regione Toscana dovrebbe colpire dai prossimi giorni la nostra regione. "Il Governo dovrebbe considerare il bene pubblico e quindi l'importanza di un servizio accessibile a tutti, della non esclusione di importanti centri come Arezzo o Prato dalle linee di comunicazione più importanti e della minimizzazione del danno ambientale dei trasporti, legato a inquinamento e a congestione da traffico - afferma Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana - Se non si tiene conto di questi elementi significa che non si è veramente interessati nè al reddito delle famiglie, nè ai servizi.
Si parla in nome dell'efficienza: ma non è che si sta risparmiando per mettere da parte soldi per fare il Ponte sullo Stretto? Così non si sostiene l'Italia ma solo chi deve costruire le Grandi Opere".