Firenze, 26 Maggio 2008- "Il progetto dell'Alta velocità a Firenze va avanti come previsto. Non sono in corso interventi alternativi o sostitutivi rispetto ai progetti approvati che hanno la totale copertura finanziaria. E per quanto riguarda fantomatiche alternative in superficie al sottoattraversamento, sono ipotesi che non esistono anche perché penalizzerebbero il trasporto ferroviario regionale e metropolitano". E' quanto ha spiegato l'assessore all'urbanistica Gianni Biagi rispondendo in consiglio comunale a una domanda di attualità precisando che il progetto esecutivo delle opere del lotto 1, relativo allo scavalco ferroviario tra Castello e Rifredi e interventi connessi, è stato consegnato a Rfi dalle imprese Nodavia a febbraio.
Seguito, a marzo, dal progetto esecutivo del lotto 2, che riguarda il passante ferroviario, la nuova stazione e le opere connesse. I progetti sono all'esame di Rfi, come previsto dal contratto, per la validazione. Nel frattempo sono iniziate le opere relative alle sistemazioni esterne, alle bonifiche degli ordigni bellici e ad altre attività complementari nell'area dello scavalco di Castello. "Ad oggi - ha ribadito l'assessore Biagi - non ci sono in atto interventi alternativi o sostitutivi di quelli già approvati dal consiglio comunale, dalla Provincia di Firenze, dalla Regione Toscana e dai ministeri che negli anni scorsi hanno approvato i progetti.
Né esistono ipotesi alternative di intervento sulla circolazione ordinaria dei treni ad Alta velocità durante le fasi di realizzazione dell'opera ferroviaria del nodo fiorentino". L'assessore Biagi ha continuato precisando che "Non è in corso né è prevista la costruzione di un passante di Rifredi e la coppia di binari esistenti fra la stazione di Rifredi e la stazione di Campo di Marte è quella sempre esistita sulla quale transitano oggi, come in passato e come nel futuro fino alla realizzazione del sottoattraversamento tutte le percorrenze ferroviarie internazionali, nazionali e locali che afferiscono al nodo fiorentino.
E non esiste nemmeno un progetto alternativo alla stazione di Santa Maria Novella per fermare a Firenze i treni dell'Alta velocità in attesa del sottopasso e della nuova stazione a Belfiore. Anzi è esattamente vero l'opposto". L'assessore Biagi ha infatti spiegato che sono in corso interventi complementari sul nodo fiorentino che riguardano il potenziamento di alcune fermate come la nuova fermata di Porta a Prato, che non esisteva e sarà attivata, e alcuni interventi sul nodo tra Statuto e Campo di Marte che consentiranno di aumentare la capacità della stazione di Santa Maria Novella o di dislocare su altre fermate i treni regionali e metropolitani per consentire ai treni dell'Alta velocità di attestarsi alla stazione di Santa Maria Novella.
"Non sono in corso interventi alternativi e sostitutivi rispetto ai progetti già approvati e che hanno per intero la copertura finanziaria prevista - ha continuato l'assessore Biagi -. Le risorse necessarie a realizzare il nodo ferroviario dell'Alta velocità sono state trasferite da tempo ad Rfi. E lo stesso amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana Mauro Moretti ha più volte dichiarato pubblicamente che non esiste un problema di risorse per il nodo dell'Alta velocità di Firenze. Risorse che sono già nel bilancio delle Ferrovie dello Stato".
Per quanto riguarda infine le fantomatiche ipotesi alternative in superficie per l'Alta velocità, l'assessore Biagi ha sottolineato che "queste ipotesi non esistono anche perché penalizzerebbero il trasporto ferroviario regionale e metropolitano. La mancata realizzazione del sottoattraversamento comporterebbe infatti il depotenziamento del trasporto a medio e corto raggio, con il taglio di due binari altrimenti dedicati ai treni utilizzati dai pendolari".
«Alla domanda di attualità l'assessore Biagi non risponde in modo esauriente -commenta Ornella De Zordo, capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo- Prendiamo atto.
Se Ferrovie predispone una soddisfacente soluzione provvisoria di soprattraversamento della città, perchè fare il tunnel? Le certezze granitiche del tipo "il tunnel si deve fare e basta" cominciano a scricchiolare, Ferrovie non sembra aver voglia di un'opera costosissima ed evitabile, se si sta attrezzando per il passaggio in superficie con materiale rotabile rinnovato e pensa di attrezzare una stazione passante fra quelle esistenti. Finalmente si comincia a parlare seriamente di evitare il sottoattraversamento, del resto ne parlano seriamente da anni cittadini, università, comitati, forze politiche, finora inascoltati, proponendo un più semplice e molto meno costoso intervento di potenziamento della rete con un'altra coppia di binari accanto agli esistenti.
Ci auguriamo che scelte così delicate per la città possano essere improntate d'ora in poi a una maggiore razionalità, evitando posizioni preconcette e forzature pericolose. Non si tratta, come qualcuno in malafede comincia a dire, di non far fermare i treni alta velocità a Firenze. Si tratta di trovare il modo migliore per la città di farlo».
«Le offese di Del Lungo alle persone che si battono contro la tramvia si sommano a quelle del sindaco Domenici -puntualizza Mario Razzanelli, capogruppo dell'Udc- che più volte ci ha dipinto come venditori di balle, e a quelle di Matulli, che ha definito appartenente alla famiglia dei Bischeri quelli contrari alla tramvia e uno strumento squallido il referendum.
Ma adesso la misura è veramente colma. Per questo mi unisco alla richiesta dei comitati, che invocano le dimissioni dell'assessore Del Lungo, che non è più neanche in grado di controllare le proprie parole, forse perché stordito dal preoccupante test elettorale nazionale. L'unica strada a questo punto percorribile è dar vita a un serio tavolo di confronto, a cui siano ammessi anche i comitati dei cittadini. Per questo dico che l'amministrazione avrebbe l'obbligo 'morale' di fermare i lavori.
È l'ora che il Comune di Firenze ascolti i cittadini. Che sono stufi di essere presi in giro da amministratori che, evidentemente, pensano che i propri elettori siano tutti 'bischeri'. Se così non fosse, è probabile che Matulli eviterebbe di dire che ogni tot anni gli alberi vanno rasi al suolo. Se fosse vera questa teoria, perché non si abbattono gli alberi dei viali e di tutta quanta la città? E' molto strano che la malattia delle piante si sia concentrata proprio in viale Morgagni. Ricordo a tal proposito ai nostri amministratori che lo scorso giugno il dottore forestale Michele Romanelli effettuò una valutazione fitosanitaria e di stabilità meccanica dell'alberata di viale Morgagni.
Ebbene, si scoprì che le condizioni generali erano ottime: 128 gli alberi sani, 5 quelli che necessitavano di ulteriori esami e 7 le piante da sostituire».