Firenze– La Regione Toscana acquisirà l’intera partecipazione azionaria di Sviluppo Italia Toscana e potrà trasformarla in “Sviluppo Toscana SpA”, una nuova società di servizi strumentali all’attività regionale. La spesa sarà di 2 milioni 900 mila euro. E’ quanto prevede una nuova legge regionale approvata a maggioranza dal Consiglio regionale. I gruppi del centro-destra hanno votato contro. “Il provvedimento ha natura tecnica e risponde all’esigenza di adeguare gli strumenti alla nuova normativa nazionale – ha spiegato in aula Vittorio Bugli (Pd), presidente della commissione Attività produttive) – Allo stesso tempo però è un atto che rappresenta l’avvio di un processo volto a unificare il più possibile le attività che riguardano lo sviluppo economico della regione”.
“In commissione la discussione sulla proposta di legge è stata infatti inserita in un contesto più ampio, che ha portato anche all’elaborazione di una risoluzione – ha spiegato ancora Bugli – Il testo, in particolare, impegna la Giunta in primo luogo ad unificare Sviluppo Italia Toscana con Artea, per dar vita ad un’unica Agenzia che si occupi delle erogazioni alle aziende; in secondo luogo a verificare la fattibilità di un’ulteriore spinta verso l’unificazione delle funzioni attinenti l’economia, la promozione economica e la gestione delle partecipazioni della Regione”.
Anche la risoluzione è stata approvata in Consiglio con il solo voto favorevole dei gruppi di maggioranza. Negativo il giudizio di Alberto Magnolfi, capogruppo di Fi-PdL. “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare – ha affermato – Le intenzioni sono buone ma lo strumento è pessimo. Condividiamo l’esigenza di una spinta verso un unico soggetto, ma nutriamo forti dubbi su questo primo passo, poco trasparente, pieno di ambiguità ed incertezze anche di natura tecnico-giuridica”. “Nei fatti – ha continuato - si tratta di un’operazione di salvataggio; operazione onerosa, visto che costa tre milioni di euro, e piena di ombre.
Anche se condividiamo le intenzioni – ha concluso – non condividiamo questo primo passo e voteremo contro sia alla legge che alla risoluzione”. “L’acquisto delle azioni doveva essere a titolo gratuito, invece sborsiamo quasi tre milioni di euro” ha dichiarato il capogruppo di Alleanza nazionale, Roberto Benedetti, preoccupato soprattutto della prospettiva di una confluenza in Artea. “Quando ci fu presentato il bilancio di Artea, presentammo una proposta di legge per scioglierla – ha ricordato – La metà delle risorse serviva per il personale e l’altra metà per i subappalti.
Adesso si ipotizza addirittura di ampliarne le funzioni”.
Il consigliere Giuseppe Del Carlo (Udc) ha manifestato molte perplessità sulla prospettiva di creare un soggetto unico comprensivo anche della promozione economica. “E’ un’operazione molto complessa, perché Apet vede la presenza di soggetti privati, come il sistema camerale – ha affermato – La promozione deve essere meglio coordinata, ma in questa fase non è opportuno dare indirizzi”.
L’assessore Giuseppe Bertolucci ha sottolineato che la Toscana è una delle dodici Regioni che ha scelto la strada della regionalizzazione della società, precisando che con tale operazione acquisirà immobili di valore molto superiore al valore delle azioni, come attestato da una perizia a disposizione dei consiglieri.
L’acquisto a titolo gratuito, inizialmente previsto dalla Finanziaria, si è infatti rivelato non percorribile sul piano tecnico. Bertolucci ha quindi affermato che la risoluzione “guarda avanti” alla ricerca dello strumento più utile per intervenire nel settore economico.