Roma, mercoledì 14 maggio 2008– Insieme per una società solidale, basata su un’economia civile, nel rispetto delle persone e dell’ambiente: saranno le buone prassi per un modello di sviluppo diverso ad animare la Fortezza da Basso a Firenze, dal 23 al 25 maggio 2008, per la quinta edizione di TERRA FUTURA, la mostra convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale. 550 espositori con 5000 realtà rappresentate, 220 appuntamenti culturali e 850 relatori, 160 momenti fra animazioni e laboratori: questi i numeri della tre giorni, per scoprire e valorizzare le buone pratiche esistenti, ed evidenziare quali siano i fronti su cui è necessario agire senza tergiversare oltre per garantire un futuro alla terra.
Priorità a cui lavorare insieme - cittadini, società civile organizzata, enti locali e governi, imprese, mondo della cultura – perché l’interdipendenza delle grandi questioni ambientali, sociali ed economiche e delle possibili vie alternative a un sistema che ha dimostrato di non funzionare, chiede alleanze trasversali e durature, fondate su strategie e obiettivi condivisi.
Come ha spiegato Fabio Salviato, presidente di Banca popolare Etica, presentando questa mattina presso la Fao la prossima edizione della mostra convegno: «Mai come in questo momento un appuntamento come Terra futura è importante, perché è evidente come lo sviluppo dei paesi sia imprescindibile dallo sviluppo della società civile e del terzo settore.
È necessaria una sana, corretta, chiara, precisa, politica delle alleanze, dove la civil society in Italia si proponga nel suo ruolo forte di protagonista. Si pensi solo agli oltre cento miliardi di euro di fatturato del terzo settore e dell’economia civile: altri cinquanta e raggiungiamo quello della mafia!» Un ruolo non riconosciuto appieno dalla politica, come ha sottolineato anche Giuseppe Gallo, segretario nazionale di Fiba Cisl. «Il non profit è molto più avanti rispetto agli attori politici del nostro paese, perché già da tempo ha la piena consapevolezza che la fase storica dominata dal capitalismo finanziario è arrivata al suo termine.
Un paradigma economicamente distruttivo e socialmente regressivo cui bisogna trovare un’alternativa, a partire da un progetto di riforma complessiva dei mercati finanziari, che incalzi le imprese sulla loro responsabilità sociale, ambientale ed etica». Una politica in ritardo anche sul fronte energia, molto lontana dagli obiettivi del Protocollo di Kyoto, come ha evidenziato Maurizio Gubbiotti, coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente: «Cittadini, famiglie e imprese sono pronti a fare una scelta diversa in termini di sviluppo a partire dalla questione cruciale dell’energia: risparmio energetico, efficienza e produzione da fonti pulite (sole, vento, geotermia…, ma non nucleare!) devono essere una priorità per chi ci governa».
Terra Futura si propone proprio come laboratorio in cui trova spazio anche la formulazione di una proposta proprio a partire dalle alleanze: «È necessario lavorare assieme per superare la fase di analisi, di denuncia e critica – ha detto Paolo Beni, presidente di ARCI nazionale -, ed elaborare oggi una vera alternativa politica da costruire a partire dal basso.
Sono, infatti, le comunità locali l’ambito privilegiato di sperimentazione delle buone pratiche: i nuovi stili di vita cominciano dalle nostre città e dai nostri quartieri, riscoprendo il senso del bene comune e del “villaggio globale”, ri-costruendo quelle relazioni umane che vanno ormai perdendosi e le relazioni tra le comunità del Nord e del Sud del mondo». Una necessità ribadita anche da Marina Ponti, direttrice per l’Europa della Campagna del Millennio dell’Onu, che ha aggiunto: «I Governi rispetteranno i loro impegni in tema di lotta alla povertà e di tutela dell’ambiente solo se sentiranno una forte pressione da parte dei loro cittadini e delle organizzazioni che li rappresentano.
Manifestazioni come Terra Futura sono fondamentali perché promuovono la diffusione e la crescita di una cittadinanza sempre più consapevole e impegnata».
Ed è il linguaggio del fare su cui punta Andrea Olivero, presidente di Acli nazionale: «Di fronte alla spinta verso la fuga dall’assunzione delle proprie responsabilità, è fondamentale ripartire dal principio dell’interdipendenza fra i diversi soggetti e attori del pianeta. Bisogna riacquistare la consapevolezza che ciascuno di noi è protagonista e può modificare “il corso degli eventi”, iniziando dalle prassi di vita quotidiana e prendendosi le proprie responsabilità».
Responsabilità verso tutti come ha ricordato, infine, don Andrea La Regina, responsabile Ufficio Solidarietà sociale di Caritas Italia: «Le alleanze vanno costruire anche per aiutare i più deboli, gli esclusi da questo modello di globalizzazione emarginante, dove l’altro è prima di tutto un nemico; occorre lavorare per uno sviluppo umano e solidale, dove gli interessi di una parte non siano necessariamente visti i contrapposizione con quelle dell’altra».
Terra Futura è promossa e organizzata da Fondazione Culturale Responsabilità Etica Onlus per conto del sistema Banca Etica (Banca Etica, Consorzio Etimos, Etica SGR, Rivista ”Valori”) e Adescoop-Agenzia dell’Economia Sociale s.c., e realizzata in partnership con Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete, Legambiente, in collaborazione con Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Firenze, Firenze Fiera SpA, e numerose altre realtà nazionali e internazionali.