Firenze, 15 Maggio 2008- Mentre a Roma, incassata la fiducia alla Camera, il premier ha afferamto ieri al Senato: ''Quasi ultimato il dl sicurezza che approveremo in Cdm. Nessuna repressione ma saremo durissimi'', in Toscana si riprende a parlare dell'istituzione dei Cpt.
«Qui la discussione si è allargata rispetto agli argomenti proposti dalla mozione: oggi l’argomento in discussione è se ritenere o meno come valido lo strumento dei Centri di permanenza temporanea di cui la Toscana è sprovvista.
Voglio sgombrare il campo dalla visione manichea che si tenta di proporre oggi in quest’aula e che vede nel lato destro dei nostri banchi la tentazione di degenerazioni razziste e a costruire lager. Noi non subiamo tentazioni razziste, né intendiamo costruire dei lager. La discussione non è come fare i Cpt, ma se farli in Toscana». «Parto dall’utilità che i Cpt possono avere nella prevenzione dell’immigrazione clandestina, che mi auguro venga presto riconosciuta come reato, e soprattutto nella prevenzione dei reati, che in percentuale molto alta sono ascrivibili, come detto dai prefetti toscani già nel 2005, all’immigrazione clandestina.
Proprio i prefetti, in quel loro vertice del 2005 a Prato, individuavano nei Cpt uno strumento per contrastare in modo forte ed efficace il fenomeno». «Allora la giunta regionale contrastò questa impostazione, e noi lo ritenemmo un errore. Lo pensiamo ancora oggi, perché il mancato controllo dell’immigrazione, dell’inserimento di chi viene a lavorare è fondamentale per evitare che tutto si mescoli in un grande magma che non distingue onesti e disonesti: tutto questo alimenta purtroppo quel vento xenofobo e antiumanitario che anche noi vogliamo combattere.
Solo che per farlo dobbiamo dare risposte serie e concrete. A nostro avviso i Cpt sono un valido strumento per rimpatriare i cittadini extracomunitari che arrivano clandestinamente sul nostro territorio allo scopo di delinquere. E solo a questo devono servire». «Noi riteniamo che dare risposte di ferma opposizione all’immigrazione clandestina che viene per delinquere giovi anche ai processi di integrazione, perché chi viene qui per lavorare onestamente viene spesso sopraffatto da un immaginario collettivo che pensa allo straniero come a colui che viene a delinquere.
Ancora, il Cpt rappresenta una risposta ferma al problema sicurezza, primario interesse collettivo da preservare come priorità. Vogliamo che la nostra gente si senta sicura: solo così accoglierà al meglio quanti arrivano per lavorare ed integrarsi».
«L’argomento è delicato e bisogna avere il coraggio di dire cose anche scomode. Io confesso che mi sono trovato spiazzato dalla retromarcia innestata alla grande dai colleghi del Pd con il nuovo testo della loro mozione. E, siccome non credo a Biancaneve, non credo nemmeno alla tesi per cui fino a stanotte nel Pd non si era letto un articolo di giornale dell’11 maggio.
Più semplicemente, credo ci siano problemi nei rapporti interni al Pd». «Ma il dibattito di stamani ha bisogno di chiarezza: sicurezza come priorità, o sicurezza come propaganda? Gli interventi che ho ascoltato da sinistra mi pare rispondano alla seconda istanza. In Toscana – tra abusivi, occupazioni edilizie… – l’illegalità è una realtà diffusa che arriva anche qui fuori dal nostro uscio. Eppure sui Cpt si continua su questo dire e non dire». «La legge sui Cpt reca la firma Turco-Napolitano.
Non averla applicata può anche considerarsi omissione di atti d’ufficio. E sorprende leggere ora che il presidente Martini afferma di essere da sempre favorevole ai Cpt ma di non averli fatti perché nessuno glielo ha chiesto. Ancora una volta: non crediamo a Biancaneve». «La contrarietà ai Cpt in sé espressa dalla sinistra, per l’appunto, ad oggi non è condivisa né dal parlamento e né dall’Ue. Se il problema è lo stato delle strutture, le si miglioreranno. Io chiedo solamente un po’ di onestà intellettuale, almeno in questo dibattito».
"Come Verdi - dichiarano il Portavoce comunale Duccio Braccaloni e Cristina Volpini, Presidente della Commissione Ambiente al Quartiere 2 e membro della segreteria provinciale del Sole che Ride- chiediamo un vertice di maggioranza urgente, affermiamo lo scontento per apprendere solo dai giornali i contenuti del nuovo regolamento di polizia municipale e per la ripetuta imposizione di scelte (lavavetri, mendicanti, rete degli "informatori", etc.) non discusse sulla c.d.
sicurezza in città". "Leggendo poi i contenuti della bozza saltano agli occhi - continuano Braccaloni e Volpini - alcune misure che sembrano uscite da un regolamento "medievale": Divieto di esecuzione di giochi in luogo pubblico: sarà proibito anche far giocare i bambini e i ragazzi a pallone nei giardini o nelle piazze? I vigili ruberanno palloni e frisbee all'uscita delle scuole? Divieto di allacciare velocipedi a pali o sosta sui marciapiedi: il Comune ha collocato sufficienti rastrelliere? Il Comune sarà altrettanto sollecito nel rimuovere tutte quelle auto che, parcheggiate selvaggiamente durante le manifestazioni sportive e musicali allo stadio comunale o alla Fortezza da Basso, impediscono l'accesso e la viabilità ai portatori di handicap e ai passeggini? Divieto di esporre ferite o mutilazioni suscitando ribrezzo: a suscitare forte critica in questo caso sono proprio i termini usati: divieto di alimentare i randagi: è in pericoloso contrasto con l'attuale Regolamento Comunale per la tutela degli animali, dove si legge che "il Comune riconosce l'attività benemerita dei cittadini che, come gattai/e, si adoperano per la cura ed il sostentamento delle colonie di gatti liberi".
"Desideriamo inoltre ricordare all'Assessore Cioni e al comandante dei Vigili Bartolini che, sia la legge nazionale 281/91 che la Legge Regionale 43/95 affidano ai Comuni la tutela dei gatti liberi, intesa sia come alimentazione sia come sterilizzazione e cure sanitarie. Il Comune dovrebbe quindi valorizzare l'attività di tutte quelle persone che volontariamente si prendono cura dei gatti liberi, a patto ovviamente che siano rispettati l'igiene e il decoro dei luoghi adibiti all'alimentazione dei mici.
In effetti finora è stato così, tanto che il Comune di Firenze è stato fra i primi in Italia a dotarsi di un Ufficio Diritti Animali e di un apposito programma di censimento e sterilizzazione delle colonie feline". "I Verdi fiorentini - concludono gli esponenti ecologisti - collaboreremo con tutte le forze politiche e con la Giunta per migliorare la vivibilità di Firenze e non faremo opposizione ideologica al provvedimento: di sicuro sappiamo che vogliamo una città a misura di cittadino e non di turista, luoghi di convivialità e non coprifuochi, una città di diritti e non di soli divieti, divieti poi che, senza una politica condivisa ed una chiara idea di futuro, rischiano di servire a poco e di dar luogo a pericolosi arbitrii".
Venerdì 16 maggio 2008 -ore 17.00- presentazione del libro di Giuseppe Faso “Lessico del razzismo democratico.
Le parole che escludono” (Edizioni Derive e Approdi) alla Libreria Martelli, in via Martelli 22/r. Nel libro l’autore spiega come il razzismo, si sia sviluppato attraverso l’utilizzo sempre più frequente ed esplicito di parole superficiali e demagogiche, sia nel linguaggio razzista ignorante, sia in quello chiamato dall’autore razzismo dei colti. Sono loro che hanno legittimato un linguaggio, rendendolo una convinzione, un dato di fatto oggettivo, nella società. L’autore mette a nudo le contraddizioni dei termini usati dagli “intellettuali democratici” estrapolando una serie di termini razzisti diventati ormai d’uso comune in ogni discussione sull’immigrazione.
La presentazione da parte di Anci Toscana di questo libro nasce dalla collaborazione decennale con l’autore alla rubrica Percorsi di cittadinanza, supplemento mensile di Aut & Aut, periodico delle Autonomie locali della Toscana. In un momento storico in cui è essenziale che le amministrazioni locali si confrontino con i temi dell’accoglienza, dell’inclusione e della convivenza tra i popoli, Anci Toscana ha cercato di porre al centro dell’attenzione la discussione, il dialogo, l’incontro tra gli enti locali e le diverse realtà culturali della società civile.