Firenze, 19 Aprile 2008- Un giovane fiorentino, affetto da sindrome di Down, recentemente ha tentato di rinnovare la propria carta d'identità recandosi presso il punto anagrafico decentrato di via Carlo Bini, ma ha dovuto attendere circa una settimana affrontando svariati disagi per ottenere quanto dovuto. Infatti nel software dell'operatore anagrafico figurava la dicitura "interdizione giudiziaria" che si è scoperto comparire indistintamente nei confronti di tutti i disabili, interdetti o meno.
"È grave -dichiara il consigliere di Forza Italia-Pdl Jacopo Bianchi- che un soggetto inabilitato che legge ritiene idoneo a svolgere l'ordinaria amministrazione, non possa rinnovare autonomamente la carta d'identità per un errore del sistema informatico a disposizione dell'ente".
"Va ricordato infatti che nel 1996 l'amministrazione ha acquisito il software SIPO - 'Sistema Informativo della Popolazione' per la cifra in lire di 693.770.000 - ha concluso Bianchi - affrontando negli anni successive ingenti spese per l'adeguamento e la correzione degli errori: nel 1998 ha speso 130 milioni di lire; nell'anno 2000 sono 198 milioni di lire; nell'anno 2001 60 mila euro". Per questo il consigliere Bianchi ha presentato l'interrogazione "affinché l'amministrazione adegui il sistema evitando inutili disagi ai portatori di handicap e garantisca loro i diritti di cui sono titolari".
L'assessore Lucia Di Siervo ad un'agenzia di stampa pur ammettendo il grave fatto accaduto, difende il sistema dicendo che è e sarebbe invece stato efficiente.