Talvolta si trovano innovazioni straordinarie nei luoghi in cui meno ci si aspetta di vederne.
Quasi tutti i settori tendono a cedere alla concorrenza sui prezzi.
I Clienti incoraggiano produttori ad abbassare i prezzi ed a creare una produzione dalle caratteristiche costanti ed omogenee.
Il problema è che il prodotto che diventa commodity è un prodotto perdente.
Sul breve periodo, dare ascolto ai Clienti e diventare uguale agli altri può essere redditizio, ma sul lungo periodo non è forse più saggio ignorare le richieste di omologazione?
Vi è una domanda che dovremmo porci: “Che cosa accadrebbe se facessimo esattamente quello che fa la concorrenza?”
Come andrebbe se di fronte a idee o proposte, a prima vista bizzarre, anziché reagire sempre con un “si, ma … si, però”, provassimo a rispondere con un “si, grazie lavoriamoci su …certo, come possiamo fare?”.
Se provassimo ad anticipare, anziché sempre a dover rincorrere momenti e situazioni, sicuramente non ci libereremmo dai problemi, ma probabilmente li affronteremmo con altro piglio.
Agire, anziché reagire, non cambia la sostanza delle cose, ma essendo diverso l’angolo di visuale del nostro approccio, cambia significativamente lo stato d’animo con cui cerchiamo di avviarle a soluzione, e di conseguenza la qualità dell’apprendimento che trarremo dall’esperienza.
Preoccuparsi in attesa che accada qualcosa di terribile, rimanere in attesa di cattive notizie, aspettarsi che qualcosa di negativo possa accadere, è senza dubbio controproducente.
Immaginate un venditore con la pancetta, nervoso, sigaretta in mano, che cammina avanti e indietro presso la sede della propria azienda.
Gli scoccia stare fuori, ma dentro non si può fumare … aspira più che può perché ha fretta di rientrare al lavoro.
Aldilà dell’esempio figurato, ho conosciuto un sacco di persone (imprenditori, consulenti, venditori, impiegati, amici, ecc.) prese, e perse, dal risolvere le emergenze della propria vita, ma le emergenze, come nel caso del venditore di prima, riguardano proprio la giornata in cui si presentano.
Pancetta e sigaretta? Ma se il venditore volgesse la sua attenzione prioritaria, non a stressarsi nella gestione del suo “smoking break”, ma all’eventualità di dimagrire o smettere di fumare, riuscirebbe a rendersi conto di quanto è teso.
Molti di noi, come il venditore, pensano che per queste e altre cose ci sarà tempo, ora dobbiamo gestire l’emergenza, che amiamo chiamare priorità … perché metterla giù così ci fa sentire più manager.
Adesso dobbiamo preoccuparci del business, per la salute, l’amore, l’amicizia ci sarà tempo, non ora.
Eppure il momento giusto per affrontare un potenziale problema, che rimandato potrebbe divenire un giorno devastante, è sempre “ora …. adesso”, quando ancora siamo in tempo; assumere l’iniziativa oggi per un problema di lungo periodo è più semplice, più economico, più efficace e richiede assai meno tempo che farlo quando ormai il problema è urgente.
Per il nostro venditore il tempo di occuparsi della salute è oggi, quello di preoccuparsi dei risultati di vendita … era probabilmente la settimana scorsa, o il mese scorso: perché non preoccuparsi in anticipo?
Quando una persona è in crisi, così come quando lo è un’organizzazione, significa che ha aspettato tropo tempo per prendere le iniziative necessarie molto tempo prima.
Preoccupiamoci in anticipo, non in ritardo, questo sforzo, molto probabilmente, ci ripagherà.
Oliviero Castellani