In occasione del terzo centenario della nascita di Carlo Goldoni è in scena al Teatro della Pergola di Firenze "Sior Todero Brontolon", terzo spettacolo celebrativo del drammaturgo settecentesco, dopo "I due gemelli veneziani" e "La vedova scaltra". Goldoni delinea in questo testo un personaggio estremamente negativo, a lui stesso “odioso”, i cui difetti di brontolone, avaro e superbo, sono sottolineati con lo scopo di esortare coloro che sono “attaccati da questa malattia” a correggersi; è lo spunto per criticare la borghesia decadente a lui contemporanea, il ceto mercantile che mercifica anche gli affetti.
“Todero è un caso-limite” – afferma il regista Giuseppe Emiliani - controlla la vita dei suoi familiari e pretende da loro obbedienza assoluta con la motivazione che è il capofamiglia da cui tutti dipendono economicamente; timoroso della morte e angosciato dalla sua avarizia, si ostina a vivere un tempo “bloccato” nel presente ed è ostile ad ogni innovazione. Contrario alle nozze della nipote e a favore di un matrimonio a lui più conveniente, nonostante il lieto intervento della nuora, Todero non ha alcuna evoluzione, è un personaggio incorreggibile, che rimane coerente nella sua crudeltà, indifferenza e tirchieria; nel futuro litigi e contrasti non cesseranno di esserci.
La casa, che esclude ogni rapporto e conserva solo tensioni e contrasti, si trasforma in prigione, la cui immobilità è evidenziata dalla scena di Nicola Rubertelli racchiusa in una stanza circolare, di legno, claustrofobica. Giulio Bosetti (Todero) si sofferma sulla capacità goldoniana di mostrare il peggio dell’essere umano e riuscire a creare divertimento: una vera e propria conquista per un attore che interpreti tale ruolo. Accanto a lui in scena Francesco Migliaccio, Nora Fuser, Federica Castellini, Alberto Mancioppi, Umberto Terruso, Sandra Franzo, Marina Bonfigli, Tommaso Amadio, Franco Santelli e Gregorio Pompei.
In scena da martedì 11 a domenica 16 marzo 2008.
Mariagiovanna Grifi