di Pamela Pucci
Firenze Migliaia di anni fa erano spiagge (materiale alluvionale dell’era glaciale), oggi sono giacimenti di sabbia che si estendono sotto il livello del mare e che potranno diventare i più grandi alleati della Toscana nella lotta all’erosione costiera. La notizia della scoperta di queste ‘miniere’ di sabbia è stata data al convegno Beachmed-e, che si è tenuto questa mattina al Convitto della Calza di Firenze e che ha visto i partner italiani ed europei aderenti al progetto comunitario Beachhmed-e confrontarsi su risultati e tecniche utili nella lotta all’erosione costiera.
I giacimenti individuati a largo della Toscana sono cinque e si trovano non molto distanti da quelle che ancora oggi sono mete turistiche d’eccellenza. Il più grande si trova nei fondali dell’isola di Capraia, ha un volume potenziale di ben 170 milioni di metri cubi e da solo basterebbe a soddisfare tutte le esigenze di ripascimento spiagge della Toscana, tuttavia al momento è tra i cinque il più lontano dalla possibilità di essere usato, perché composto per la maggior parte (circa l’80-90%) da carbonati (soprattutto gusci di molluschi), un materiale ancora non sufficientemente testato nel ripascimento spiagge.
Le altre quattro ‘miniere’ di sabbia si trovano a Massa, Piombino, davanti all’Argentario e nel corridoio tra l’isola d’Elba e Pianosa. Si tratterebbe di giacimenti prevalentemente silicei dal volume complessivo di circa 100 milioni di metri cubi, una risorsa strategica per la tutela delle spiagge toscane e la difesa della costa.
Ecco i dati presentati dal dottor Luigi Enrico Cipriani, del settore tutela del territorio e della costa della Regione Toscana, e confermati dal prof. Enzo Pranzini dell’Università di Firenze e dal prof.
Giovanni Battista Laconica dell’Università di Roma.
La Toscana ha 191 chilometri di litorale sabbioso e di questi oltre il 35 per cento, circa 70, sono colpiti da erosione. Negli ultimi anni si sono persi circa 180.000 metri quadrati di spiaggia, soprattutto nelle aree vicine alla foce dei grandi fiumi. L’erosione costiera è un fenomeno che preoccupa fortemente, anche perché connesso alla pressione esercitata dall’uomo. Difendere la costa è la parola d’ordine del progetto europeo Beachmed-e e l’obiettivo che si sono date le istituzioni, gli istituti di ricerca e gli istituti presenti al Convitto della Calza di Firenze in una due giorni organizzata dalla Regione per fare il punto sul fenomeno e sulle strategie e gli interventi utili a contrastarlo.
La Regione Toscana ha affrontato il fenomeno dell’erosione costiera ed ha messo a disposizione per questo problema oltre 110 milioni di euro, con l’obiettivo di abbandonare i sistemi rigidi di difesa della costa (scogliere) - fino ad oggi imposti dall’esigenza di difendere i centri abitati e le infrastrutture costiere - per passare a metodologie di riequilibrio dei litorali basate sulla prevenzione (Piani di bacino), sull’alimentazione artificiale delle spiagge (ripascimenti) e sulla graduale eliminazione delle opere di difesa rigida esistenti.
I nuovi interventi hanno un impatto ambientale minore, minori costi di manutenzione e consentiranno di usufruire delle spiagge sia per le attività ricreative che come elemento di difesa dell’entroterra dalle mareggiate.
Gli esperti riuniti al convegno di Beachmed-e si sono confrontati sul progetto EuDrep, che valuta l’impatto delle attività di dragaggio e ripascimento spiagge, tecnica cui si guarda con grande attenzione per i prossimi interventi in Toscana; su NAUSICAA, azione ideata per valutare l’influenza dei cambiamenti climatici sul moto ondoso e sull’erosione; su ReSaMMè, opera di ricerca di giacimenti sabbiosi, antiche spiagge da utilizzare per salvaguardare quelle attuali.
Una particolare attenzione è stata però dedicato ad OpTIMAL, il progetto di eccellenza che monitora le variazioni delle linee di riva.
Evoluzione delle spiagge toscane
La Toscana ha in tutto 442 Km di coste, 243 Km sono di scogliere e costa alta, 200 km sono di costa bassa e di questi 191 sono di litorale sabbioso. In questo quadro i circa 70 chilometri di spiagge colpite da erosione rappresentano una porzione più che significativa del totale. Questo dato, già preoccupante, viene aggravato dal fatto che alcuni chilometri di costa, un tempo costituiti da litorali sabbiosi, oggi non sono più considerabili come spiagge essendo protetti da scogliere a ridosso di centri abitati e vie di comunicazione (Marina di Massa e Marina di Pisa) oppure ospitano strutture portuali (Marina di Carrara, Viareggio).
Confrontando spiagge in avanzamento e in erosione, quelle in avanzamento risultano il 64,1% del totale contro il 35,9% di quelli in erosione, tuttavia l’avanzamento è limitato a pochi centimetri l’anno mentre l’erosione può arrivare anche a superare i 10 metri annui (foce dell’Ombrone e San Rossore).
Analizzando i punti critici vediamo che alla foce dell’Arno il litorale settentrionale è arretrato di circa 1300 m dalla fine dell’800 a oggi ed il tasso di erosione ha raggiunto punte di 20 metri all’anno. nche il delta dell’Ombrone ha perso un Km all’apice ed oggi l’arretramento della riva sfiora i 15 metri all’anno. Ma anche le spiagge poste a sud della foce del fiume Magra e quelle alla foce del Cecina e dell’Albegna hanno registrato arretramenti di di centinaia di metri.
L’erosione ha interessato anche tratti di costa lontani dalle foci, in particolare quando opere realizzate in mare hanno alterato il normale flusso dei sedimenti lungo la riva. In particolare a Marina di Carrara la costruzione del porto ha bloccato l’erosione che stava avvenendo sul lato settentrionale, ma ha amplificato quella che ha colpito il litorale di Marina di Massa. La stessa cosa è successa con il porto di Viareggio, solo che il consistente flusso di sedimenti che viene da sud ha nel tempo scavalcato l’ostacolo e ancora riesce far avanzare la spiaggia.
Anche porti minori, come ad esempio quelli di San Vincenzo, Marina di Grosseto, Salivoli, Cala Galera e Marina di Campo hanno innescato processi erosivi interferendo nel normale flusso dei sedimenti lungo la costa, ma vi sono anche tratti di litorale, come ad esempio a Punta Ala, dove l’erosione sembra dovuta ad un processo esclusivamente naturale.
Molti dei problemi attuali sono il risultato di interventi di difesa effettuati in passato, un esempio è la spiaggia a nord di Bocca d’Arno, dove negli anni ’60 sono state costruite cinque scogliere parallele che hanno amplificato molto l’erosione naturale dell’ala nord del delta dell’Arno.
Altro caso emblematico è il golfo di Follonica dove, per contrastare un modesto processo erosivo, si sono realizzate scogliere parallele che hanno amplificato il fenomeno. In altri casi le scogliere hanno portato ai risultati sperati, ma la stabilizzazione della linea di riva ha portato all’erosione dei fondali antistanti. Ad esempio a Marina di Pisa all’esterno delle scogliere parallele di difesa i fondali si sono abbassati fino a sette metri. La stessa cosa è avvenuta anche a Marina di Carrara e Marina di Massa.
Cosa ha fatto la Regione
La Regione segue con attenzione il problema dell’erosione e nel corso degli anni ha messo a disposizione ingenti risorse, in tutto 110 milioni di euro, per il Piano regionale di gestione integrata della costa (cui si lavora dal 2001) ed il Programma degli interventi prioritari di recupero e riequilibrio del litorale, che comprende 23 progetti.
Ad oggi sono stati investiti 4 milioni di euro per avere un chiaro ed esauriente quadro conoscitivo della situazione in essere, 5 milioni per attivare efficaci strumenti di monitoraggio ed il resto per gli interventi, i maggiori dei quali, attualmente in fase di progettazione, saranno realizzati a Marina di Carrara, Marina di Massa, Pisa, Cecina, Follonica e alla foce dell’Ombrone.
La linea che negli ultimi anni ha prevalso in Toscana è stata quella del ripascimento dei litorali, i primi interventi di questo tipo furono realizzati negli anni ’90 sui due lati della foce del Cecina.
In quel caso modesti rinascimenti artificiali riuscirono a stabilizzare un litorale fino ad ora soggetto ad erosione cronica. In aree più critiche, ad esempio Punta del Tesorino, sono state utilizzate spiagge di ghiaietto, mentre a Marina di Pisa è stata creata una spiaggia ghiaiosa che oggi costituisce un’efficace difesa ed è utile alla balneazione. Estremamente utili per il ripascimento potranno dimostrarsi i giacimenti sabbiosi che grazie alle ricerche condotte dalla Toscana, anche nell’ambito di Beachmed-e, sono stati scoperti.
I principali giacimenti sono cinque, quattro a prevalenza silicea ed uno a prevalenza di carbonato. Quelli silicei, attualmente più interessanti perché composti da materiali più testati, si trovano davanti al litorale apuo-versiliese, nei pressi promontorio di Piombino, vicino all’isola d’Elba e vicino all’Argentario. La loro portata complessiva è di 100 milioni di metri cubi di sabbia. Un altro, grande, giacimento è stato individuato nei pressi dell’isola di Capraia, da solo equivale alla portata complessiva dei precedenti, ma è composto principalmente da gusci di molluschi, materiale carbonatico la cui affidabilità nelle opere di ripascimento ad oggi non è stata ancora sufficientemente studiata.
Cos’è Beachmed-e
Il “Progetto Beachmed-e: gestione strategica e difesa dei litorali per uno sviluppo sostenibile delle aree costiere del Mediterraneo” è un’iniziativa europea che prosegue il lavoro iniziato con il progetto Beachmed che si è concluso nel dicembre 2004.
In particolare Beachmed-e si dedica alla gestione e al recupero delle risorse sedimentarie nei bacini fluviali e lungo le coste, alle tecniche di monitoraggio dell’erosione costiera, alla ricerca in mare di giacimenti di sabbia da utilizzare negli interventi di difesa dei litorali, alla valutazione di impatto ambientale degli interventi di difesa. I partner del progetto, insieme alla Regione Toscana, sono le Regioni Lazio, Emilia Romagna, Liguria, il Département de l'Herault (Francia), il Service Maritime et Navigation du Languedoc-Roussillon (Francia), la Generalitat de Cataluña (Spagna), l’Est Macedonia e Tracia (Grecia), la Regione Creta (Grecia).
L’Ue ha investito su Beachmed-e circa 8 milioni di euro, di questi circa un milione è stato riservato alla Toscana. Il progetto si concluderà nel giugno 2008.
Monitorare le spiagge con Optimal
Il Progetto OpTIMAL, coordinato dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, riguarda lo sviluppo di tecniche di monitoraggio dell’erosione costiera. Elaborando le immagini prodotte dai satelliti ad alta risoluzione è stato possibile tracciare la linea di riva lungo la costa toscana ed aggiornare i dati storici.
Oggi grazie ad OpTIMAL sappiamo che solo negli ultimi anni il litorale toscano continenatale ha perso circa 180.000 metri quadri di spiaggia. I tratti che più sono soggetti al fenomeno erosivo sono le spiagge poste in prossimità delle foci dei fiumi, soprattutto l’Arno, il Cecina e l’Ombrone, corsi d’acqua che non portano più sedimenti verso il mare. Per il monitoraggio è stata installata una rete di punti di controllo a mare unica al mondo e costituita da piattaforme sommerse che consentono di tarare gli strumenti con i quali si eseguono i rilievi batimetrici.
Ad oggi è installata lungo il litorale pisano e nel Golfo di Follonica ma verrà gradualmente estesa a tutta la costa. Un ulteriore studio è stato fatto anche sui cicli stagionali delle spiagge. Grazie a telecamere installate in punti panoramici si sono documentate le fasi stagionali, in modo da poterle identificare e non confonderle con i veri e propri processi erosivi.